Fondazione Avvenire, l’informazione che diventa aiuto concreto: progetti per famiglie e bambini vulnerabili

Nata nel 2024, la Fondazione Avvenire ETS trasforma le storie raccontate dal giornale in progetti di solidarietà tangibili. Dai bambini di Haiti alle famiglie con figli ricoverati a Roma, fino al supporto delle Caritas locali: trasparenza, partecipazione e comunità sono le parole chiave di un modello che unisce informazione, responsabilità e azione concreta a favore dei più fragili

(Foto Avvenire)

“Non volevamo solo raccontare il bisogno, ma offrire un modo concreto per rispondere. Così è nata la Fondazione”. Alessandro Belloli, direttore generale del quotidiano “Avvenire”, presenta con queste parole la Fondazione Avvenire ETS, nata nell’ottobre 2024 per dare forma concreta alla vocazione solidale del giornale. L’ente, operativo già prima della presentazione ufficiale avvenuta nei giorni scorsi, ha curato due progetti legati alle attività di “Avvenire” e ha lanciato quest’anno una nuova campagna. “La Fondazione – spiega Belloli – è nata dalla necessità di strutturare in modo trasparente la raccolta e l’erogazione dei fondi, rendendo possibile anche la detrazione fiscale per chi dona”.

Un passo importante per rafforzare e rendere continuativo l’impegno solidale che, da quasi sessant’anni, Avvenire porta avanti. Il nuovo strumento permette infatti di gestire donazioni, dare seguito alle storie pubblicate e sostenere concretamente chi si trova in difficoltà.

“In passato il giornale fungeva da tramite. Oggi, grazie alla Fondazione, possiamo raccogliere fondi in modo diretto e mirato, con un’attenzione particolare alla rendicontazione e alla tracciabilità dei flussi economici”, spiega il direttore generale. La struttura è agile e direttamente connessa alla redazione: Belloli ricopre il doppio ruolo di direttore generale di Avvenire e consigliere della Fondazione, mentre Debora Spadoni, responsabile della comunicazione del quotidiano, coordina le attività progettuali e di fundraising.

Progetti solidali tra Italia e mondo
Il cuore dell’attività della Fondazione si fonda su un principio semplice: fare del giornale uno strumento non solo di informazione, ma di solidarietà attiva. “Le nostre storie non restano sulla carta – sottolinea Belloli – ma diventano reti di sostegno e occasioni di incontro tra chi legge e chi ha bisogno”. La rubrica “La voce di chi non ha voce”, presente da decenni sulle pagine del giornale, è diventata il canale privilegiato per segnalazioni provenienti da parrocchie e Caritas. Una volta pubblicata la storia, la Fondazione attiva una raccolta fondi dedicata, indicando l’Iban e gestendo in modo diretto le donazioni. “Non siamo un duplicato di Caritas – chiarisce Belloli – ma un supporto a ciò che già la Chiesa realizza, dando seguito a quanto il giornale racconta”. L’azione si estende anche al contesto internazionale. Un esempio è il progetto “Figli di Haiti”, nato da reportage sul campo.

La campagna ha raccolto oltre 20mila euro – superando l’obiettivo iniziale – per finanziare cinque anni di istruzione a dodici bambini ospitati nell’orfanotrofio Maison Des Anges, in un Paese devastato dalla violenza e dalla povertà.

“In contesti come Haiti, dove non esiste un sistema scolastico pubblico – spiega Belloli – la scuola è l’unico baluardo contro la strada e il reclutamento da parte delle gang. Con questo progetto, i nostri lettori hanno trasformato l’informazione in speranza concreta”.

Accoglienza, vicinanza, dignità
Il più recente progetto lanciato dalla Fondazione Avvenire è “Da famiglia a famiglia”, in collaborazione con la Fondazione Bambino Gesù. Una raccolta fondi destinata a sostenere le famiglie con figli ricoverati a Roma, spesso costrette ad affrontare lunghi periodi di degenza fuori sede, senza una rete di supporto. “Vogliamo garantire alloggio gratuito e dignitoso a chi arriva in emergenza, senza vestiti, beni di prima necessità o risorse – afferma – ma anche offrire assistenza logistica, mediazione culturale e supporto nella relazione con i servizi”.

Il progetto punta a sostenere almeno 40 famiglie, restituendo loro un po’ di serenità e stabilità nel momento più difficile.

Anche in questo caso, il quotidiano “Avvenire” è parte integrante della campagna, attraverso la diffusione e il racconto delle storie. “La forza del giornale è la sua comunità di lettori – conclude Belloli – persone che non si limitano a leggere, ma si sentono coinvolte, interpellate, chiamate a fare la propria parte”. Lontana da ogni logica assistenzialistica, la Fondazione Avvenire si configura come strumento operativo di un giornalismo che non si limita a informare, ma si mette a servizio del bene comune. Un modello che si nutre di ascolto, trasparenza e corresponsabilità, capace di rendere visibile, ogni giorno, un altro modo di essere Chiesa nel mondo.

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