Il respiro trinitario e la custodia dei cardinali

Nel tempo sospeso che precede il Conclave, le consacrate oranti affidano i cardinali al respiro trinitario e custodiscono nella preghiera la missione della Chiesa. “Fatevi capacità”, dicevano a santa Caterina: lo Spirito è torrente che rigenera e illumina il discernimento

Foto Calvarese/SIR

“In principio Dio creò il cielo e la terra”
Elohim però non ha mai smesso di creare, continua a plasmare tutto il creato e tutte le sue creature, siamo sempre tutti custoditi dalle sue mani creatrici.
Posto che noi si desideri lasciarci custodire e non ci si impenni in qualche scarto che non è lo slancio che le Sue mani ci comunicano.

In questo momento storico ci troviamo dinnanzi ad un presente in cui pulsa l’attesa e il futuro è ignoto, non possiede un volto.
Quale sarà il volto del nostro Pastore?
Tanti interrogativi si possono elencare e molti non risulterebbero né marginali né di poco conto.
Tuttavia, le consacrate oranti posso intravvedere una dimensione più profonda, più radicale che innerva ed illumina tutto.
La consacrazione all’Altissimo, dono da Lui ricevuto, rende vicine noi mandate ai cardinali mandati. L’annuncio sigilla le nostre esistenze.

“Il vangelo di Giovanni (20,21) fonda l’annuncio e lo sospinge, diventa un getto di propulsione: partecipiamo alla missione che dal Padre si è compiuta nel Figlio”.

Il dono dello Spirito la sospingerà in tutto il mondo e raggiungerà tutti e chiunque.
Siamo chiamati a vivere questo mistero di vita Trinitaria che, da un lato ci apre al mistero dell’Amore trinitario e dall’altro ci inserisce nel vivo della storia per continuare la missione del Figlio.

Perché “mandati” e “mandate” se non respirano l’Amore trinitario, impercettibilmente si ritrovano nella smarginatura che, in fin dei conti, viene rifilata ed eliminata.
Collocati al centro della Luce trinitaria invece tutto il divenire, pur con le sue oscurità di guerre, tradimenti, opzioni egoistiche, potere e riarmo viene illuminato e gli si apre il nucleo iridescente che ci ha salvati e ci salva.

“Il respiro che l’Altissimo ci ha donato nel momento della creazione, si purifica dalle scorie di cui l’abbiamo caricato e contaminato, quando ci affidiamo e lasciamo che il respiro trinitario pulsi nel nostro cuore.”

Siamo così oranti, magari senza formule prescritte, senza orari dettati da regolamenti, siamo oranti perché il Padre continua ad affidare la missione al Figlio proprio in questo momento preciso che ora esiste ed è già passato ma è tempo sospeso che crea la storia dell’umanità e della Chiesa.
I nostri cardinali qui li custodiamo, in un grembo che vuole consegnare ognuno e tutti in un solo corpo all’annuncio del Figlio.
Il volto di colui che sceglieranno come nostro Pastore dovrà mostraci il Volto del Figlio.

Tutte noi consacrate vigiliamo e ciascuna, nel luogo geografico e nel luogo di annuncio che ha preso corpo nella sua vita, è ben consapevole della realtà che ci circonda e che, per certi aspetti, fa tremare le vene ai polsi. Ci sorregge però la certezza di dimorare nelle mani del Padre e quindi di trovarci al riparo da ogni sventura e di vivere in speranza.
La comunione che possiamo creare con i cardinali ci supera, chiede solo di essere accolta e donata nella gioia e nella gravità attuale.

“Il Signore disse a Caterina da Siena, in tempi storici non brillanti per sicurezza e trasparenza evangelica: ‘Fatti capacità e io sarò torrente’”.

Osserviamoci valutando: arduo mostrare un volto ottimista, pacifico, l’istinto umano vorrebbe uscire dal respiro trinitario e vedersela con i respiri umani, agire senza fondamenti evangelici.
Noi diciamo invece ai nostri cardinali: “Fatevi capacità” perché Egli non è solo torrente è Niagara Falls.

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