Ancora una volta la cronaca irrompe a Strasburgo e segna profondamente i lavori e i dibattiti – in emiciclo e nei corridoi – dell’Europarlamento. La plenaria (31 marzo-3 aprile) è cominciata lunedì sotto il segno di Marine Le Pen, e di 8 eurodeputati del Rassemblement francese, condannati per aver usato fondi per quasi 3 milioni di euro del Parlamento Ue per pagare assistenti che lavoravano per il partito nazionale (allora Front National) e non per l’Eurocamera. Nel frattempo in aula si discuteva di sicurezza, difesa, riarmo, anche alla luce del recente Consiglio europeo, dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina che non decollano e le nuove, tragiche incursioni dell’esercito di Putin che colpisce città e popolazione civile ucraina.
I lavori sono proseguiti nei giorni successivi tra dibattiti e votazioni riguardanti, tra l’altro, la strategia di sicurezza interna e la preparazione alle crisi, il futuro del settore siderurgico, l’“unione del risparmio e degli investimenti”. Diversi i temi di politica estera come le proteste e le repressioni in Turchia, la situazione a Gaza, il divieto del Pride a Budapest con una legislazione contraria ai principi democratici e alle normative europee, il rinnovo dell’accordo di pesca con la Guinea Bissau, le persecuzioni contro i cristiani nella Repubblica democratica del Congo.

