Forze dell'ordine: Amnesty, consegnate al Capo della Polizia 155.000 firme per l'introduzione di codici identificativi Una delegazione di Amnesty international Italia ha incontrato ieri, presso il Viminale, il Capo della Polizia Direttore generale della Pubblica sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini per consegnare le oltre 155.000 firme raccolte in calce alla petizione della campagna che chiede l’introduzione di una legge sui codici identificativi per le forze di polizia impegnate in operazioni di ordine pubblico. Insieme alla delegazione, a consegnare le firme e con la richiesta che non accada mai più, c’era anche Paolo Scaroni, testimonial della campagna avviata il 6 dicembre 2018 proprio attraverso un appello rivolto al capo della Polizia e al ministro degli Interni. Scaroni ha ricordato i fatti del 24 settembre 2005 quando, all’epoca tifoso del Brescia, rimase vittima di una violenta aggressione delle forze di polizia mentre si trovava alla stazione di Verona, che lo tenne in coma per i due mesi successivi e lo ha reso invalido al 100% per tutta la vita. Amnesty international Italia ritiene "sia ormai urgente una normativa in linea con gli standard internazionali, che preveda l’utilizzo di codici identificativi alfanumerici ben visibili sulle uniformi degli agenti impegnati in attività di ordine pubblico e che stabilisca che l’inosservanza di detto obbligo venga sanzionata". “Tale normativa - precisa Laura Renzi, coordinatrice della campagna - darebbe seguito alla richiesta del Parlamento europeo del 12 dicembre 2012 che esorta gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo e dimostrerebbe, a livello internazionale, l’impegno dell’Italia nella prevenzione dalle violazioni dei diritti umani” . “Al momento sono cinque i disegni di legge depositati in parlamento che potrebbero essere discussi e votati per rispondere finalmente alla richiesta di queste oltre 155.000 persone”, conclude Renzi.Patrizia Caiffa