Infortuni sul lavoro: Inail, "le denunce tra gennaio e novembre sono state 502.458, +2,1% rispetto allo stesso periodo del 2020" "Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di novembre sono state 502.458, oltre 10mila in più (+2,1%, contro il +6,3% della rilevazione al 31 ottobre) rispetto alle 492.150 dei primi 11 mesi del 2020, sintesi di un calo delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel semestre aprile-settembre (+21%) e di un nuovo calo nel bimestre ottobre-novembre (-16%) nel confronto tra i due anni". È quanto si legge nella sezione “Open data” del sito Inail dove sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di novembre. I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano "nei primi 11 mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+25,5%, da 56.745 a 71.243 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 48% nel periodo marzo-novembre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un decremento dell’1,0% (da 435.405 a 431.215) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono diminuiti del 10% nel primo trimestre di quest’anno, aumentati del 18% nel semestre aprile-settembre e di nuovo calati nel bimestre ottobre-novembre (-22%)". Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è in flessione del 2,0% nella gestione Industria e servizi (dai 430.348 casi del 2020 ai 421.644 del 2021) e in aumento del 2,1% in Agricoltura (da 24.526 a 25.038) e del 49,6% nel Conto Stato (da 37.276 a 55.776). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quelli dell’amministrazione pubblica (-22,0%) e, soprattutto, della Sanità e assistenza sociale, che nei primi 11 mesi di quest’anno, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (circa 36mila denunce), presenta una riduzione del 47,3% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle 68mila circa dello stesso periodo del 2020 (sintesi di un +164% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +14% nel bimestre luglio-agosto e di un -73% tra settembre e novembre). Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-8,8%), al contrario del Nord-Est (+9,9%), delle Isole (+7,3%), del Centro (+7,2%) e del Sud (+2,0%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali in tutte quelle del Nord-Ovest, a cui si aggiungono la Campania e la Provincia autonoma di Trento, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Umbria, Molise e Calabria. L’aumento che emerge dal confronto dei primi 11 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +11,1% (da 290.712 a 322.936 denunce), mentre quella femminile presenta un -10,9% (da 201.438 a 179.522). L’incremento ha interessato solo i lavoratori italiani (+1,2%) e quelli extracomunitari (+9,9%), al contrario dei comunitari (-4,6%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 34 (+20,6%) e per gli over 70 (+4,2%) e cali per i 35-69enni (-5,5%).Gigliola Alfaro