Papa Francesco: al clero, "abbiamo bisogno di una Chiesa paziente, dalle braccia aperte per accogliere chi giunge da altre rive del mondo" “Abbiamo bisogno di una Chiesa paziente. Di una Chiesa che non si lascia sconvolgere e turbare dai cambiamenti, ma accoglie serenamente la novità e discerne le situazioni alla luce del Vangelo”. Ne è convinto il Papa, che nella cattedrale maronita di Nicosia ha raccomandato ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi, ai catechisti e alle associazioni e movimenti ecclesiali la pazienza di San Barnaba: “La pazienza di mettersi costantemente in viaggio; la pazienza di entrare nella vita di persone fino ad allora sconosciute; la pazienza di accogliere la novità senza giudicarla frettolosamente; la pazienza del discernimento, che sa cogliere i segni dell’opera di Dio ovunque; la pazienza di ‘studiare’ altre culture e tradizioni”. “Barnaba ha soprattutto la pazienza dell’accompagnamento”, ha sintetizzato Francesco: “non schiaccia la fede fragile dei nuovi arrivati con atteggiamenti rigorosi, inflessibili, o con richieste troppo esigenti in merito all’osservanza dei precetti. Li lascia crescere, li accompagna, li prende per mano, dialoga con loro”. "Barnaba non si scandalizza, come un papà e una mamma non si scandalizzano dei loro figli", ha aggiunto a braccio: "Le divisioni, il proselitismo, non pagano". “In quest’isola è prezioso il lavoro che svolgete nell’accogliere i nuovi fratelli e sorelle che giungono da altre rive del mondo”, l’omaggio del Papa: “come Barnaba, anche voi siete chiamati a coltivare uno sguardo paziente e attento, a essere segni visibili e credibili della pazienza di Dio che non lascia mai nessuno fuori casa, privo del suo tenero abbraccio”. “La Chiesa in Cipro ha queste braccia aperte: accoglie, integra, accompagna”, il ritratto tratteggiato da Francesco: “È un messaggio importante anche per la Chiesa in tutta Europa, segnata dalla crisi della fede: non serve essere impulsivi, non serve essere aggressivi, nostalgici o lamentosi, ma è bene andare avanti leggendo i segni dei tempi e anche i segni della crisi. Occorre ricominciare ad annunciare il Vangelo con pazienza, soprattutto alle nuove generazioni”. Ai vescovi, il Papa ha raccomandato: “siate pastori pazienti nella vicinanza, non stancatevi mai di cercare Dio nella preghiera, i sacerdoti nell’incontro, i fratelli di altre confessioni cristiane con rispetto e premura, i fedeli lì dove abitano”. “Siate pazienti con i fedeli, sempre pronti a incoraggiarli, ministri instancabili del perdono e della misericordia di Dio”, le parole riservate ai sacerdoti: “Mai giudici rigorosi, sempre padri amorevoli. L’opera che il Signore compie nella vita di ogni persona è una storia sacra: lasciamocene appassionare”. “Nella multiforme varietà del vostro popolo, pazienza significa anche avere orecchie e cuore per diverse sensibilità spirituali, diversi modi di esprimere la fede, diverse culture”, ha raccomandato il Papa: . La Chiesa non vuole uniformare, ma integrare tutte le culture, tutte le psicologie della gente con pazienza maternale, perché la Chiesa è madre. È quello che desideriamo fare con la grazia di Dio nell’itinerario sinodale: preghiera paziente, ascolto paziente per una Chiesa docile a Dio e aperta all’uomo”.M.Michela Nicolais