Germania: ai lavori sinodali ospiti stranieri. Peporté (Lussemburgo), “una via per ricostruire la fiducia”. Vignon (Francia), preoccupazione per la vicenda abusi (Francoforte) Ai lavori dell’assemblea sinodale della Chiesa cattolica tedesca partecipano anche alcuni ospiti stranieri che seguono da vicino i dibattiti. “Ciò che ci lega è la perdita di fiducia che viviamo nella Chiesa e da parte della società”, racconta Théo Peporté, rappresentante dell’arcidiocesi del Lussemburgo. “Quella tedesca è una via possibile per ricostruire quella fiducia. Ma ogni Chiesa deve mettersi in cammino, per quanto diversi possano essere i percorsi”. Dello stesso parere Jérome Vignon, delegato dalla Francia: “Sarebbe impensabile da noi vedere una simile assemblea discutere con tanta apertura, sincerità e con grande umiltà da parte dei vescovi”, commenta Vignon. A pochi giorni dall’annunciata pubblicazione del Rapporto del Ciase sugli abusi sessuali nella Chiesa francese, si preparano tempi difficili anche Oltralpe. Già si sa che “i dati mostreranno una dimensione del problema molto maggiore di quella che fin qui era stata fotografata”; per questo la Conferenza episcopale, che ha commissionato il Rapporto indipendente, ha già messo in campo misure per affrontare e risarcire i casi di abusi e prevenire che si ripetano. Accanto a ciò, spiega ancora Vignon, è nata l’esperienza francese di “Promesses d’Eglises”: una quarantina di movimenti e associazioni laicali hanno scelto di avviare una riflessione e un rinnovamento nel senso della sinodalità al loro interno e tra di loro, anche come contributo in vista del sinodo della Chiesa universale.Sarah Numico