Povertà: sgombero Tiburtina a Roma. Le associazioni, "persone vulnerabili mandate via in nome del decoro" Lo sgombero del presidio umanitario di Piazzale Spadolini, promosso il 14 luglio dal Comune di Roma e messo in atto da Comune, Questura, Prefettura, Municipio, Grandi stazioni, Rete ferroviaria italiana e Bnl, è stato, "in continuità con gli innumerevoli sgomberi degli ultimi anni,  un’ennesima operazione priva di efficacia e incapace di affrontare un fenomeno sociale complesso".  Lo affermano Baobab Experience, Intersos, Medu - Medici per i diritti umani e Sanità di frontiera, ricordando che "nessuna soluzione alternativa è stata immaginata per le persone che trovavano riparo in quel luogo, in molti casi soggetti estremamente vulnerabili". Le organizzazioni della società civile che da anni operano presso il presidio hanno intercettato molte persone fragili (minori non accompagnati, donne sole, persone con problemi di salute), migranti recentemente sbarcati sulle nostre coste e in transito verso altri Paesi europei, migranti stabilmente presenti in Italia ma esclusi dal circuito dell'accoglienza del Comune di Roma, richiedenti asilo e rifugiati che non hanno una dimora. "A Piazzale Spadolini - spiegano - queste persone hanno trovato cibo, acqua e vestiario, un primo approdo di accoglienza, assistenza, legale e sanitaria, supporto psicologico. Ogni giorno arrivano a Piazzale Spadolini in media 20 persone e la media di presenze giornaliere è di circa 100 - 120 persone". Le continue segnalazioni alla Sala operativa sociale e all’Ufficio immigrazione del Comune di Roma da parte della rete associativa, per chiedere che vengano accolte le persone vulnerabili, "hanno trovato difficilmente risposta e non poteva essere altrimenti visto il continuo e progressivo depotenziamento del circuito cittadino dell’accoglienza": "Anche in questa occasione - ribadiscono - la situazione non è stata diversa: le persone allontanate da Piazzale Spadolini sono state letteralmente sostituite da fioriere, in un intervento di riqualificazione urbana che lascia senza alternative dignitose degli esseri umani".  Le operazioni di sgombero, sottolineano, "non risolvono in alcun modo il fenomeno della marginalità sociale a Roma, ma hanno solo l’effetto di spostare di pochi metri le persone, che saranno costrette a cercare riparo in altri luoghi ancor più isolati e irraggiungibili. Si tratta ancora una volta di una manifestazione di irresponsabilità a cui va tempestivamente posto rimedio".Patrizia Caiffa