Misericordie d’Italia: insediamento del presidente Giani. Mons. Agostinelli, "aiutare gli altri con umiltà" “Bisogna aiutare i più bisognosi e agire secondo la logica di Dio senza credersi superiori”: è questo il senso dell’omelia del vescovo emerito di Prato, Franco Agostinelli, pronunciata durante la messa che ha preceduto l’Assemblea plenaria della Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, tenutasi oggi al seminario arcivescovile di Firenze. L’assemblea ha visto l’insediamento del neo presidente Domenico Giani, eletto il 20 giugno scorso. “Fare del bene senza autocompiacersi, in fondo, è la ragion d’essere della Misericordia e dei suoi volontari. Gli antichi Confratelli indossavano una veste particolare, la ‘buffa’, proprio perché il bene che uno compie deve essere fatto senza cercare l’autogratificazione” ha spiegato Agostinelli. “Bisogna aiutare gli altri seguendo lo Spirito Santo, che è lo spirito e la logica di Dio, con umiltà ed evitando di credersi migliori solo perché si fa del bene; in caso contrario faremmo del male alla Misericordia: lavoreremmo per ‘ucciderla’ se omettessimo l’impegno di conservare lo Spirito del Signore e cedessimo al secolarismo, in questi tempi purtroppo sempre più potente”. Il vescovo ha aggiunto, quindi, che “i volontari dovranno essere animati dalla speranza e dalla consapevolezza del ruolo e dell’importanza della Misericordia – l’associazione più antica del mondo – all’interno della società. Se mancasse questa consapevolezza la Confraternita diventerebbe come le altre associazioni filantropiche che operano nel suo stesso campo. Perderebbe quella peculiarità che ne incarna l’anima, ossia avere una presenza gratificante anche per coloro che sono soccorsi”. “È stato un anno e mezzo complicatissimo e devo dire grazie a chi ci ha preceduto se siamo riusciti a venirne fuori o almeno a rimettere in sesto le situazioni pericolanti che ci siamo trovati ad affrontare – ha affermato il vescovo –. Oggi possiamo dire che il cammino può esser ripreso con un più ottimismo rispetto a un anno e mezzo fa. Certo, dovremo lavorare alacremente perché i problemi che si profilano all’orizzonte non sono di poco conto, sarà necessario che le persone si rimbocchino le maniche, portino competenza e agiscano con solidarietà reciproca”.Gianni Borsa