Diocesi: mons. Lorefice (Palermo), "riscattarsi dalla bruttura del male per ritrovare e rinnovare la bellezza di una relazione capace di avere a cuore" “Abbiamo bisogno di Pentecoste. Abbiamo bisogno di imparare a stare in relazione. Questa è la Pentecoste: unire tutti, comprendendo il linguaggio di ognuno”. Lo ha evidenziato, ieri sera, mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nel discorso alla città, pronunciato in occasione del Festino di Santa Rosalia, sul sagrato della cattedrale. Ecco “la sfida oggi, della casa e della città: nonostante la diversità di visioni e di interessi, ritrovare nuovamente la rete umana di cui facciamo parte. Essere interconnessi non è né un’imposizione dall’alto, né un precetto morale: è un’istanza di identità e di sopravvivenza. Restare in questa interconnessione, restare nella condivisione, è l’unica via per la vita piena. Questo per i cristiani è la Pentecoste. Lo Spirito unisce perché comprende e rispetta ogni lingua. Come quando si mette in atto la traduzione da una lingua all’altra che ha la stessa dignità della prima, così una comunione è vera se ad ogni lingua, ad ogni persona, ad ogni gruppo viene riconosciuta pari dignità”. Il presule ha aggiunto: “Rosalia è un tesoro per la nostra Palermo. È il tesoro a cui attingere. Ci insegni a vivere i valori essenziali: l’interiorità, il silenzio, la fede in Dio con i suoi tanti nomi, l’attenzione agli altri, in particolare a chi soffre, ai ‘vinti’ della storia. Che questa festa, che ci fa vivere un viscerale senso di appartenenza, maturi e si trasformi in un’esperienza di condivisone, di collaborazione, di amicizia sociale”. Quindi, ha esclamato: “Oh, che bisogno ha la nostra città di scelte rinnovate, di un progetto per i bambini, per i poveri, per i giovani! Torniamo ai nostri tesori, inesplorati come il tesoro di Santa Rosalia, traiamo da essi il calore e la forza per una convivenza all’insegna della responsabilità del prendersi cura dell’altro, della città, del creato”. Mons. Lorefice ha concluso: “Abbiamo un compito prezioso. Che il profumo di Santa Rosalia continui ad attraversare il tempo e diventi sempre più intenso. Il profumo di Santa Rosalia è quello di una Palermo in cui i nostri cuori si aprono e diventano accoglienza, quello di una Palermo che avanza nel cammino faticoso, lento ma deciso, di riscattarsi dalla bruttura del male per ritrovare e rinnovare la bellezza di una relazione capace di avere cura, di avere a cuore”.Gigliola Alfaro