Coronavirus Covid-19: India, salesiani moltiplicano gli impegni a favore dei più bisognosi. Nelle ultime settimane morti 168 sacerdoti cattolici e 116 suore A fronte della nuova ondata di Covid-19 che sta colpendo tutta l’India e la Chiesa indiana al suo interno – solo nelle ultime settimane hanno perso la vita 168 sacerdoti cattolici e 116 suore – la Famiglia Salesiana moltiplica gli sforzi e gli impegni a favore dei più bisognosi. Secondo quanto riporta l’agenzia salesiana Ans, nell’Ispettoria di Chennai, la scuola salesiana di Egmore, con il contributo degli exallievi dell’istituto e di altre istituzioni, ha allestito un centro di cura di Covid-19 con 104 posti letto e concentratori di ossigeno, per andare incontro alla sempre crescente domanda di letti e di ossigeno nella città. Inoltre, il “Don Bosco Relief Service”, sotto l’egida del “Surabi”, l’Ufficio ispettoriale di pianificazione e sviluppo, e in collaborazione con l’opera “Don Bosco” di Vazhikatti, Permabur, ha sostenuto centinaia di bisognosi con un kit di emergenza che comprende riso, legumi, olio, spezie, saponi, vitamine, medicine e un termometro. I beneficiari sono 500 venditori ambulanti a Chennai e circa un altro centinaio di persone emarginate dei dintorni della città. Chiesa in prima linea anche a Bangalore, con un altro Centro, con 25 posti letto, gestito dai Redentoristi. A Mumbai, l’Ufficio ispettoriale di pianificazione e sviluppo, la “Don Bosco Development Society”, grazie ad una collaborazione con l’impresa “Axa Business”, ha raggiunto altre 200 famiglie povere e bisognose a Pune e Chinchwad con kit di soccorso di generi alimentari, kit di igiene e articoli da toilette. A Calcutta, oltre al servizio di consulenza e assistenza medica per bisognosi avviato presso il “Nitika Don Bosco”, è stato anche inaugurato, sabato 22 maggio, un altro centro di assistenza salesiano presso la “Don Bosco School” di Park Circus. A Chandigarh, Ispettoria di Nuova Delhi, i salesiani continuano a collaborare per rafforzare le infrastrutture sanitarie del governo, sostenendo 11 ospedali con dispositivi di protezione individuale, disinfettanti per le mani e mascherine; offrono un servizio di ambulanza gratuito che ha beneficiato già 90 famiglie delle baraccopoli attraverso controlli medici regolari e servizi sanitari e la distribuzione di medicine essenziali e vitamine.Daniele Rocchi