Venezia: patriarca Moraglia, nel post-Covid "virtù cristiane e civili per superare momenti di prova e promuovere bene comune" "Stiamo vivendo anni difficili. Per trovare qualcosa di simile dobbiamo ritornare agli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Viviamo un tempo in cui abbiamo bisogno di vera speranza (quella con la S maiuscola), non di una sua contraffazione o di un suo surrogato; abbiamo necessità della speranza umana e cristiana come dell’aria per respirare e, di questi tempi, abbiamo scoperto che anche respirare non è mai da dare per scontato". Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell'omelia del pontificale celebrato oggi nella basilica cattedrale di San Marco in occasione dei 1.600 anni della nascita della città. Con lo sguardo alla ripartenza post-Covid, Moraglia ha indicato le virtù civili “necessarie” per "il fondamento di ogni vera civitas": "virtù cristiane, umane e civili: la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Quanto mai oggi tali virtù sono indispensabili per i cittadini e, soprattutto, per chi in ogni ambito - culturale, sociale (corpi intermedi) amministrativo, imprenditoriale, politico - si propone di promuovere il bene comune". Secondo il patriarca, "riflettere su queste virtù ci permetterà di superare i momenti della prova, i ritardi burocratici e non che rallentano all’infinito le decisioni in vista anche di progetti (grandi e piccoli) da compiere per il bene e il futuro della città, dei suoi abitanti, di quanti vi operano e la visitano".Giovanna Pasqualin Traversa