Coronavirus Covid-19: Dentico (esperta strategie sanitarie), "con la pandemia Nord e Sud del mondo più distanti. Vaccini? Siamo nello stesso mare, non sulla stessa barca" “Gli sforzi globali compiuti finora, come ad esempio il programma Covax, risentono di un aspetto importante, ovvero che i protagonisti nel Sud del mondo sono scarsamente coinvolti in sedi internazionali come Gavi e Cepi, i due sistemi di coalizioni sanitarie promosse da Bill Gates dove si fa ricerca biotech e dove si progettano i vaccini. Che rischiano di essere tarati sulle possibilità dei Paesi ricchi. Pfizer ha prodotto un vaccino che ha bisogno di una catena del freddo a -70 gradi, che vuol dire escludere in blocco il Sud del mondo. Pensare insieme vuol dire anche pensare a un vaccino che possa essere distribuito e stoccato in Paesi che non hanno le strutture sanitarie e le infrastrutture del Nord del mondo”. In un’intervista rilasciata oggi alla redazione di “Popoli e Missione”, Nicoletta Dentico, esperta di strategie sanitarie, affronta il tema del “sovranismo vaccinale” e dello scarto che separa le regioni ricche del mondo da quelle povere. “Il Covid-19 ha allargato le distanze tra il Nord (che ha a disposizione strutture mediche e vaccini) e il Sud del mondo (che in moltissimi casi non ha nemmeno i test per sapere quante sono le vittime del virus)”, scrive Miela Fagiolo D’Attilia nell’introduzione dell’articolo. E Dentico rincara: “Siamo tutti nello stesso mare, ma non certo sulla stessa barca: c’è chi è su uno yacht e chi su una barchetta che naviga con difficoltà in quel mare di onde che è la pandemia. E questa è una questione seria, visto che l’Oms ha affermato che il mondo non raggiungerà l’immunità di gruppo entro il 2021. In altre parole, il mondo deve prepararsi: il vaccino come soluzione in realtà può diventare un’arma a doppio taglio se l’accesso riguarda i Paesi più ricchi a discapito di quelli più poveri”. Lo scenario che si prospetta lascia prevedere che il virus continuerà ad essere presente nei Paesi ad alto reddito per i prossimi mesi fino alla fine di quest’anno, mentre per i Paesi poveri che non hanno a disposizione grandi quantitativi di vaccino, ci vorranno anni per intravvedere una luce in fondo al tunnel. “Nel mercato attuale dei vaccini ci troviamo davanti a due modelli di business – spiega Dentico –: uno che lega la produzione dei farmaci all’industria privata (come accade negli Stati uniti, in Europa, Canada, Australia e in altri Paesi occidentali); l’altro che vede protagonista il settore pubblico (sono pubblici gli Istituiti che hanno fatto ricerca sui vaccini in Cina, Russia e a Cuba), e i due modelli sono ora in concorrenza”.Gianni Borsa