Emigrazione sanitaria: Iref-Acli, "la mobilità in questo settore pesa sulle casse regionali, in particolare al Sud" "Risulta assai consistente, tra circa 353 e 211 milioni di euro, il saldo passivo generato dai flussi sanitari in entrata e in uscita in aree quali la Campania, la Calabria, il Lazio, la Sicilia e la Puglia". Lo si legge nel primo rapporto sull’emigrazione sanitaria in Italia, “Viaggi con la speranza. Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio”, condotta da Iref-Acli con la collaborazione del Forum delle associazioni familiari e della Società Mutua Mba. La ricerca è stata presentata oggi in streaming, in occasione della Giornata mondiale del malato. "Tali regioni - spiega il report - sono tutte sottoposte ad un piano di rientro per i debiti accumulati nel settore della sanità. Dover sottostare ad un regime di austerity, a causa di politiche pubbliche per molti versi inefficienti e poco trasparenti ereditate dal passato, rende più complicato il mantenimento di livelli adeguati di qualità nei servizi di prevenzione e cura della salute. E ciò può aver contributo ad ingrossare il numero di cittadini in fuga dagli ospedali regionali, aggravando ulteriormente la situazione di bilancio". L’impatto finanziario della mobilità sulla spesa sanitaria "diventa così rimarchevole: tra il -2,2% del Lazio e il -8,3% della Calabria, pesando non poco sulle casse regionali". Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia si attestano su saldi positivi che variano tra i 139 e 749 milioni di euro, con un saldo positivo sul budget regionale per la salute che oscilla dall’1,5% al 3,8%. In queste aree la mobilità sanitaria crea un surplus di risorse finanziarie con cui si può investire per perfezionare sistemi di cura di per sé solidi e performanti. Anche in Molise si osserva un processo finanziario virtuoso, benché in proporzioni più limitate in valori assoluti 34,8 milioni di euro".Gigliola Alfaro