Coronavirus Covid-19: Brasile, a Manaus ieri raggiunta la cifra record di 213 sepolture. Vescovi, “fare ogni sforzo, non sono state prese misure appropriate” “Come Chiesa cattolica, chiediamo alle autorità di fare ogni sforzo per evitare il maggior numero di morti possibile, e alla popolazione amazzonica chiediamo di avere cautela e di rispettare i decreti emanati, come strumento per aiutare a contenere gli effetti della seconda ondata della pandemia. Ci auguriamo che i più poveri non vengano esclusi dalle cure e che solidarietà e cura comune siano atteggiamenti assunti da tutti e da tutti”. Lo scrive la regione Nord 1 della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (corrispondente agli Stati di Amazonas e Roraima) rispetto agli effetti della seconda ondata del Covid-19, che sta investendo Manaus in modo drammatico. La nota esprime “preoccupazione e solidarietà” verso le persone che soffrono per la mancanza di posti letto ospedalieri, assistenza sanitaria e ossigeno. Sono gli stessi vescovi, presieduti da dom Edson Tasquetto Darmian, vescovo di São Gabriel da Cachoeira, a far presente che i numeri ufficiali sono sicuramente sottostimati, anche in considerazione del fatto che mercoledì scorso sono state inumate 198 persone e che nello stesso giorno 26 persone sono morte nelle loro abitazioni. In seguito alla pubblicazione della nota sono arrivate le cifre delle inumazioni della giornata di ieri: il numero record di 213. Di conseguenza, al di là dei dati ufficiali (109 morti, comunque una cifra record), si può supporre che le morti legate al Covid-19 siano state circa 170. La nota denuncia “che il rilassamento rispetto alle misure di distanziamento e di cautela personale personale, soprattutto per quanto riguarda l’uso di mascherina e gel alcolico, è stato una costante negli ultimi mesi. Insieme a questo, manifestiamo la nostra indignazione per la situazione che stiamo vivendo, visto che i rapporti di scienziati ed epidemiologi, da diversi mesi, annunciavano l'arrivo di una seconda ondata, e non sempre sono stati ascoltati e sono state prese le misure sanitarie appropriate”. Nel frattempo, si è riusciti a garantire l’ossigeno per i bimbi nati prematuri negli ospedali di Manaus. Ieri era stata avanzata l’ipotesi di trasferirli a San Paolo o in un’altra città, mentre il Supremo tribunale federale ha ingiunto al Governo Bolsonaro di risolvere l’emergenza ossigeno a Manaus entro 48 ore e la questione vaccini, sospesa tra la distribuzione anche in Amazzonia del cinese Sinovac prodotto a San Paolo da Butantan e l’arrivo di quello AstraZeneca dall’India, appare in alto mare.Bruno Desidera