Iraq: bombardamenti turchi su Zakho. Card. Sako, “non si sa cosa vuole Erdogan” “Situazione tesa e confusa. Si parla di almeno 5 morti civili e anche di tanti sfollati. Non si sa cosa vuole Erdogan. E il governo iracheno non ha certo neanche la possibilità di affrontare una eventuale guerra con la Turchia”. È quanto detto a Fides dal Patriarca caldeo, il card. Louis Raphael Sako, in merito al bombardamento turco tra sabato 20 e domenica 21 giugno dell’area presso Zakho, città del Kurdistan iracheno al confine con la Turchia, storicamente connotata dal forte radicamento di comunità cristiane caldee, sire e assire. Obiettivo dichiarato delle incursioni turche, per Fides, è quello di colpire basi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) in territorio iracheno. Zakho, attualmente abitata da meno di 200mila persone, in buona parte curdi e cristiani caldei, sorge intorno alle rive del Piccolo Khabur (affluente di sinistra del Tigri), ed è la città natale del Patriarca caldeo. “Noi ci troviamo a dover far fronte a problemi sempre più gravi, uno dopo l’altro, in una spirale che toglie il fiato e schiaccia tutto il popolo sotto il peso della fatica e della preoccupazione” ha affermato Mar Sako. Proprio nell’area di Zakho, considerata strategica, negli anni Novanta del secolo scorso e nel decennio successivo, sono state installate basi militari sia degli Stati Uniti che della Turchia. Le incursioni aeree in zone del governatorato iracheno di Dahuk, analoghe a quelle realizzate già in passato dall’aviazione militare turca, sono riprese dalla metà di giugno e hanno provocato al momento soltanto una dura reazione verbale del ministero degli Esteri iracheno, che in una nota le ha bollate come violazioni delle norme internazionali relative alla sovranità territoriale.Daniele Rocchi