Coronavirus Covid-19: card. Hollerich (Comece), "questa è l’ultima chanche data al progetto europeo. Serve un grande gesto di solidarietà" Fino alla diffusione della pandemia, in Europa la consapevolezza della mortalità per molti di noi era tenue: "Le catastrofi erano altrove, lontane dal nostro mondo di consumi e di piaceri, che sembrava darci sicurezza. La stessa pratica religiosa era a immagine delle nostre società". Lo scrive il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea), nel quaderno n. 4076 de La Civiltà Cattolica, in uscita sabato. "La crisi in corso dimostra che i nostri modelli, in primis quelli economici, devono cambiare", osserva il porporato, e i leader politici "devono prendere l’iniziativa". Ma la crisi attuale "ci mostra anche la necessità di relazioni umane e di reti di solidarietà" e "la più grande rete di solidarietà che possiamo immaginare è l’Unione europea. Eppure l’Ue sembra paralizzata. Il ritorno all’interesse nazionale sembra ovvio per la maggior parte dei Paesi membri". "L’Europa - il monito di Hollerich - non può essere costrui­ta senza un’idea di Europa, senza ideali", eppure oggi vediamo "la difficoltà della solidarietà europea. Temo che per molti questo sarà il disincanto nei confronti del progetto europeo". "Come possiamo ora prevedere che avvenga la ricostruzione dei Paesi europei alla fine della crisi?", l'interrogativo del presidente Comece, secondo il quale "il rischio è che, senza aiuti economici e finanziari, i Paesi poveri diventino più poveri. Questa - avverte - è l’ultima chanche data al progetto europeo". Di qui l'auspicio che i Paesi del Nord "realizzino un progetto di solidarietà con i Paesi del Sud Europa, non sotto ricatto, ma facendo ogni sforzo possibile, in un grande gesto di solidarietà europea". La crisi causata dal coronavirus, conclude, "è una cesura: può indebolirci o farci affrontare nuove sfide"; sfide "personali, esistenziali e religiose" e "sfide sociali e politiche per l’Europa. In quanto cristiani, ci permette di meditare su tutte queste sfide, associandole al mistero pasquale, alla morte e risurrezione di Gesù Cristo, nostro Signore e fratello".Giovanna Pasqualin Traversa