Coronavirus Covid-19: Monastero Santa Rita di Cascia, duemila camici all'Ospedale Bellaria di Bologna Sono stati consegnati oggi ai medici e agli infermieri dell’Ospedale Bellaria di Bologna i 2.000 camici acquistati dalla Fondazione Il Bene, con la donazione del monastero Santa Rita di Cascia. Le monache agostiniane, infatti, hanno donato 7.320 euro alla onlus bolognese, che da anni aiuta uno degli ospedali oggi in campo nella lotta al coronavirus, destinando i primi fondi raccolti dalla campagna #isolatimanonsoli con il Kit del pellegrino. Ai fedeli che hanno permesso con la loro carità questa “opera di bene” sono giunti i ringraziamenti della madre priora, suor Maria Rosa Bernardinis: “Grazie a voi, abbiamo contribuito ad assicurare protezione al personale sanitario dell'Ospedale Bellaria di Bologna, che si sta prendendo cura della vita di chi è malato, esponendosi a molti pericoli. In questi giorni difficili, la nostra preghiera si leva alta in cielo ogni giorno per tutti e unita alla vostra diventa opera tangibile e si fa azione a tutela della vita, una freccia nell'arco del bene. Una preghiera che, attraverso la campagna #isolatimanonsoli, con l'aiuto di tutti può diventare ancora carità concreta per chi ne ha bisogno”. I camici sono stati ritirati e consegnati dal presidente della Fondazione Il Bene Francesco Rosetti e da Fabrizio Salvi, neurologo responsabile del Centro il BeNe, dell'Ospedale Bellaria di Bologna. “Proprio oggi – ha sottolineato Salvi – le notizie parlano di 94 medici e 26 infermieri deceduti dall'inizio della pandemia, che vede oltre 10 mila sanitari contagiati. La nostra categoria è quella più esposta e purtroppo a rischio, soprattutto se vengono a mancare i necessari presidi di protezione. Ecco perché siamo molto grati a tutti coloro che hanno reso possibile l'acquisto di questi preziosi 2.000 camici, che ora andranno a proteggere la salute e la vita di molti medici ed infermieri, permettendo loro di continuare ogni giorno in sicurezza ad operare al fianco dei malati per sconfiggere il virus”.Daniele Rocchi