Tv2000: dal 17 febbraio in onda "Io credo", intervista con Papa Francesco. "La fede va trasmessa in dialetto familiare" “C’è un processo contro il cristianesimo, il cristianesimo è perseguitato. C’è un processo che vuole annientarlo perché il cristianesimo è una minaccia […] La storia del cristianesimo è una storia di persecuzioni… È vero che il cristianesimo non vive di successi […]. La verità cristiana è nella perseveranza dei cristiani, perseveranza contro la mondanità, nella mondanità”. Lo dice Papa Francesco nell’intervista a don Marco Pozza, che andrà in onda su Tv2000, in prima serata, a partire da lunedì 17 febbraio su Tv2000. “Io credo” il titolo del programma in 8 puntate. In un altro punto dell’intervista il Papa afferma che “la fede va trasmessa in dialetto”, soprattutto “in dialetto familiare. Pensa alla mamma dei Maccabei: per tre volte, dice il testo biblico, che ai sette figli martiri parlava in dialetto. Cioè, la fede va trasmessa in quel linguaggio che è proprio della famiglia, che è proprio della gente che ti si avvicina con amore, un linguaggio diverso da un linguaggio intellettuale”. Parlando di come testimoniare il Vangelo con la vita il Papa, infine, afferma: “Quando vedo cristiani troppo puliti che hanno tutte le verità, l’ortodossia, la dottrina vera, e sono incapaci di sporcarsi le mani per aiutare qualcuno a sollevarsi, non sanno sporcarsi le mani; quando vedo questi cristiani io dico: ‘Ma voi, non siete cristiani; siete teisti con acqua benedetta cristiana, ma ancora non siete arrivati al cristianesimo’. Se Dio si è sporcato le mani ed è disceso al nostro infero, ai nostri inferni, è disceso…noi dobbiamo seguire le sue tracce. (Se qualcuno dice ndr) ‘No, io non riesco, fino a qui …’, va bene ma non sei arrivato a essere cristiano, sei un cristiano a metà, un cristiano superficiale, neppure un cristiano: un uomo che crede in Dio, che ha delle idee chiare sulla redenzione, anche crede in satana, sa che satana esiste, ma si ferma alla porta degli inferi, fa dei calcoli”.Gigliola Alfaro