Diocesi: Bolzano-Bressanone e Innsbruck, clero altoatesino e tirolese insieme nel ricordo del monaco Rabensteiner morto nel 1945 Sono 107 i sacerdoti (69 della diocesi di Bolzano-Bressanone e 38 della diocesi di Innsbruck) che fanno parte del Foedus sacerdotale, l’associazione del clero altoatesino e tirolese che da 500 anni celebra la propria festa il 6 agosto. Oggi a Bressanone, dopo la messa con il vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser, si è svolta la conferenza pubblica dedicata alla figura del monaco cistercense Alberich Rabensteiner di Villandro, morto ottant’anni fa a Vienna negli ultimi giorni di guerra. Il Foedus sacerdotale Bauzanense-Brixinense, istituito nel 1553 nel duomo di Bressanone, “è una forma di comunità sacerdotale che promuove la solidarietà e le relazioni fra i suoi aderenti di Alto Adige e Tirolo”, spiega un comunicato: attualmente ne fanno parte 107 sacerdoti, buona parte dei quali si è ritrovata a Bressanone per l’annuale festa titolare del Foedus, nel giorno della Trasfigurazione del Signore. L’associazione – guidata attualmente da Fabian Tirler, sacerdote e cancelliere diocesano – ha la sua sede nel duomo di Bressanone proprio presso l’altare della Trasfigurazione, fatto costruire dagli stessi membri del Foedus sacerdotale. “La celebrazione con il vescovo Ivo Muser si è svolta nella parrocchiale di San Michele a Bressanone, essendo il duomo chiuso per lavori. L’omelia è stata pronunciata da Jakob Patsch, decano di Hall in Tirolo, che ha parlato della trasfigurazione come di una luce in mezzo alle tenebre che parla di speranza”, spiega una nota. Durante il rito è stato rinnovato l’appello a una vera pace in Ucraina, in Medio Oriente e nelle aree di guerra del mondo. A seguire, nel Seminario maggiore, si è tenuta la conferenza pubblica aperta a tutti gli interessati: relatore quest’anno è stato l’ex europarlamentare Sepp Kusstatscher di Villandro, che ha approfondito la figura del padre cistercense Alberich Rabensteiner, nato a Villandro nel 1875 e morto a Vienna il 2 aprile 1945 “dopo una vita spesa per aiutare le persone bisognose. Morì negli ultimi giorni della guerra, mentre si prendeva cura dei feriti durante i pesanti bombardamenti e l’ingresso dell’Armata Rossa nella capitale austriaca. Il suo corpo fu rinvenuto davanti all'altare benedettino del monastero di Neukloster e le circostanze esatte della sua morte rimangono ancora oggi poco chiare”.Gianni Borsa