Libro: “La luce oltre la siepe”, il libro di Oney Tapia presentato a Roma. Suor Donatello (Cei), “vero testimone di vita” “Potrei suggerirti il titolo del tuo prossimo libro: da una sfiga a una sfida”: lo ha detto con un sorriso suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale Cei per la Pastorale delle persone con disabilità, rivolgendosi a Oney Tapia, cieco dal 2011 a causa di un incidente ed in seguito diventando uno dei più noti lanciatori italiani e vincendo anche la medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Rio 2016 e l’oro ai Mondiali di Londra 2017. Una battuta accolta da un applauso e che ha chiuso con leggerezza un intervento profondo: “Stai decidendo della tua vita a prescindere da quello che ti è successo, scegliendo di essere la soluzione, non il problema. Credo che questa sia una sfida vera, che lui testimonia con una vita piena di gioia”. Parole che hanno centrato il senso più profondo di “La luce oltre la siepe” (Opera di religione della diocesi di Ravenna edizione), libro scritto da Tapia insieme al giornalista Maurizio Boldrini, presentato nei giorni scorsi nella Curia Iulia del Foro Romano, nel cuore del Parco archeologico del Colosseo. Un racconto autobiografico che attraversa i momenti più difficili e luminosi della vita dell’atleta paralimpico: dall’infanzia a Cuba alla perdita della vista, fino all’oro olimpico e al suo impegno sociale come campione di inclusione. L’evento, introdotto da Andrea Schiappelli, funzionario responsabile del programma “Salus per Artem”, è stato moderato dalla giornalista Rachele Bombace (Agenzia Dire e Magazine SuperAbile). Sono intervenuti anche Andrea Romagnoli, direttore dell’Opera di religione della diocesi di Ravenna; Dino Angelaccio, coadiutore del Gruppo accessibilità dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; e Edoardo Schina, presidente di Ancos Roma. Una serata intensa, tra emozioni, riflessioni e sorrisi, in cui Oney Tapia si è confermato, come ha sottolineato suor Donatello, “un vero testimone di vita” per questo Giubileo della speranza. Marco Calvarese