Funerali famiglia Visconti: mons. Brambilla (Novara), “affidiamo al cuore del Padre queste vite spezzate, trasformiamo il dolore in cura reciproca, in vera attenzione” “Signore, in questa celebrazione vogliamo affidare al cuore del Padre queste vite spezzate, e insieme pregare per chi resta. Per i parenti, per gli amici, per chi oggi si sente confuso, ferito, tramortito. La comunità di Gravellona è con voi e non vi lascia soli. Signore, noi oggi siamo qui, e non possiamo tornare a casa come prima. La vita è un dono incomparabile e ti promettiamo da ora in poi di farla crescere e cantare. Nei giorni che ci restano donaci di essere donne e uomini capaci di ‘danzare la vita’!”. Si è conclusa con queste parole l’omelia pronunciata questa mattina da mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, durante i funerali della famiglia Visconti – coinvolta nel tragico incidente sulla A1 lo scorso 14 luglio – celebrati nella chiesa di Gravellona Toce. “Signore, oggi siamo qui in silenzio e con il cuore spezzato raccolti insieme da un dolore troppo grande”, ha osservato il presule: “La morte tragica di una famiglia intera — i nonni Mauro e Zoila, la zia Stephany, la piccola Summer con la mamma Silvana che l’ha seguita in breve tempo — ha scosso le nostre case, le nostre strade, la nostra città”. “Signore, di fronte alla morte insensata, soprattutto quando tocca gli affetti familiari, la vita sembra interrotta. Come se qualcosa dentro di noi si fosse spento”, ha proseguito mons. Brambilla, aggiungendo che “eppure, proprio dentro questa ferita sanguinante, noi oggi lasciamo entrare la luce del Vangelo, che non consola a buon prezzo, ma ci accompagna con mano tenera, che non cancella il dolore, ma lo abita”. “Signore, noi siamo qui sotto la croce con Maria, la Mater lacrimosa, perché quando una famiglia viene spezzata così, nessuno può restare spettatore”, ha ammonito il vescovo: “Tutti siamo chiamati a diventare familiari gli uni degli altri. Tutti siamo invitati a dimorare nel costato di Gesù sulla croce, come e con Maria e le donne”. Il vescovo ha voluto riservare alcune parole anche per la piccola Summer, la cui vita “è stata così breve e così piena di luce. Appena ricevuto il Battesimo è stata rapita nel coro degli angeli. Questa bianca bara ci chiede silenzio, domanda di fermarci a guardare meglio i nostri figli, i nostri anziani, le nostre fragilità. Ci chiede di non lasciar passare invano questo dolore, ma di trasformarlo in cura reciproca, in vera attenzione”.Alberto Baviera