Ecumenismo: Pontificia Università Santa Croce, Oriente e Occidente alla riscoperta della comune identità cristiana a partire dal “Filioque” È possibile che la tradizione ecclesiale Orientale e Occidentale trovino un punto di incontro, superando le divisioni storiche e riscoprendo la comune identità cristiana? A questo quesito si è cercato di dare una risposta nel corso di un seminario organizzato lo scorso 9 aprile presso la Pontificia Università della Santa Croce. Intitolato “Re-Thinking the Filioque. Post-Modern Quaestio Disputata on an Ecumenical Proposal”, l’incontro è stato promosso dal Gruppo Ricerche di ontologia relazionale (Ror) attivo presso lo stesso Ateneo. “Guardando alla tradizione Orientale, ho intravisto la possibilità di un legame con la tradizione Occidentale rappresentato dal Filioque”, ha detto Giulio Maspero, teologo della Santa Croce e autore del libro “Rethinking the Filioque – With the Greek Fathers” da cui ha preso spunto il Seminario. La questione del “Filioque” infatti, nel corso del tempo, è diventata uno dei principali motivi di divisione tra le due Chiese, contribuendo alla separazione tra la Chiesa Cattolica occidentale e la Chiesa Ortodossa orientale, nota come lo Scisma d’Oriente nel 1054. “La mia vuole essere una proposta di dialogo tra le diverse fedi – ha spiegato Maspero -, mostrando una via da seguire per l’Oriente e l’Occidente, basata non su secoli di polemiche, ma su una tradizione comune stabilita dai Padri greci. Ripensare il Filioque costituisce un passo cruciale verso l’unità dei cristiani”. Il Seminario, viene rilevato in una nota diffusa oggi, ha rappresentato un’importante occasione di dialogo e di ricerca di un terreno comune per promuovere l’unità all’interno della famiglia cristiana; per questo sono intervenuti studiosi e professori appartenenti a Chiese diverse. Mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani, ha riconosciuto l’importanza della proposta di Maspero nel contesto delle divisioni causate dalla questione del Filioque, evidenziando il ruolo relazionale del Figlio di Dio come possibile punto di incontro per favorire l’unità. La prospettiva ecumenica cattolica è stata portata avanti, nel corso del seminario, dalla teologa Theresia Hainthaler, dell’Università di Francoforte, che ha mostrato, attraverso documenti della Chiesa cattolica, come la fede cattolica nello Spirito Santo non si contrapponga a quella ortodossa. Leonardo de Chirico, dell’Istituto di Formazione evangelica e documentazione, ha trattato la questione dal punto di vista della Chiesa riformata sottolineando l’apertura necessaria al dibattito sulla questione del “Filioque”. Edward Scienski, dell’Università di Stockton, e Isidoros Katsos, dell’Università di Atene, entrambi dalla prospettiva ortodossa, hanno evidenziato l’importanza della relazionalità del Figlio di Dio nella questione disputata, sottolineando che solo la verità può permettere l’unità e che essa si trova nella comunione. Le conclusioni sono state affidate al rev. Khaled Anatolios, professore di Teologia all’Università di Notre Dame.Alberto Baviera