Kazakhstan: il “grazie” dei vescovi a Papa Francesco. Mons. Dell’Oro (Karaganda), “quando l'uomo è nel bisogno, ha bisogno di sentirsi abbracciato da qualcuno” “Un grazie grande a Papa Francesco” per aver ricordato oggi all’udienza generale la popolazione del Kazakhstan, colpita da violente alluvioni. Ad esprimerlo è mons. Adelio Dell'Oro, vescovo di Karaganda, raggiunto telefonicamente dal Sir. A fine udienza generale, il Papa ha espresso “vicinanza spirituale” al popolo kazako invitando “tutti a pregare per tutti coloro che stanno subendo gli effetti di questo disastro naturale”. Mons. Dell’Oro commenta: “Quando l'uomo è nel bisogno e si trova ad affrontare queste vicende, l’aiuto materiale è molto importante ma è ancora più importante che non si senta solo, ma si senta abbracciato da qualcuno. E la vicinanza del Papa testimonia la risposta a questo bisogno”. Il vescovo si trova nella capitale dell'Uzbekistan a Tashkent dove è in corso la riunione dei vescovi della Conferenza episcopale dell'Asia centrale che raggruppa i vescovi di Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Sono arrivate qui le parole di solidarietà del Papa mentre i vescovi stanno facendo il “punto” sulla emergenza delle alluvioni. Il Kazakhstan ha dichiarato lo stato di emergenza in dieci delle sue 17 regioni per far fronte alle alluvioni iniziate tre settimane fa e che coprono due terzi del territorio nazionale. “80 mila persone sono state evacuate in tante parte del Kazakhstan soprattutto nelle regioni a Nord e a Ovest del Paese”, racconta il vescovo italiano, di origini milanesi. “Anche se non abbiamo notizie dirette, pare che sia saltata una diga in Russia per lo scioglimento della neve. Il fiume Ural si è ingrossato tantissimo e ha portato a valle l'acqua, causando forti alluvioni”. Le inondazioni hanno colpito purtroppo anche il Kazakhstan. “Abbiamo una parrocchia a Kulsary nella regione di Atyrau dove sono state evacuate migliaia di persone. Ci sono strade di comunicazione invase dall'acqua e la gente dei villaggi è completamente isolata”, racconta il vescovo. “Sono in contatto con una famiglia di quel villaggio e mi diceva che le persone evacuate sono state portate dove era possibile, in altre città oppure nei luoghi asciutti del posto, come scuole, palestre, alberghi”. La piccola Chiesa cattolica è, come sempre, impegnata in prima linea. “Quello che stiamo facendo – racconta mons. Dell'Oro - sono delle raccolte di vivere e beni di prima necessità e raccolta di soldi da inviare nei luoghi più colpiti e alle parrocchie attraverso la Caritas Nazionale. In realtà sono almeno tre settimane che il Kazakhstan è alle prese con forti alluvioni. Mons. Dell’Oro racconta che “proprio nei giorni del Triduo pasquale abbiamo avuto la cripta della cattedrale allagata. C'erano 10, 12 centimetri d'acqua. Anche i palazzi nel quartiere sono stati allagati per 3-4 giorni. Gli allagamenti purtroppo sono dovuti al brusco scioglimento della neve. C'è stato un cambio repentino di temperatura che nel giro di pochissimo tempo è passata da sotto zero a più zero raggiungendo livelli sopra la media. Questo ha causato uno scioglimento improvviso della neve e le condutture, le canalizzazioni, le fognature non hanno fatto a tempo a portare via l'acqua. Questo è quello che è successo a Karaganda. In altri luoghi invece sono stati i fiumi ad ingrossarsi e a straripare”.      M. Chiara Biagioni