Francia: oggi in Consiglio dei ministri la proposta di legge sul fine vita. La Conferenza episcopale francese nomina un “pool dedicato” di 4 vescovi Un pool di 4 vescovi, specializzati nella materia del fine vita e impegnati personalmente nell’accompagnamento ai malati terminali. Sono stati nominati dalla Conferenza episcopale francese con il compito di seguire l’attualità dei lavori parlamentari e intervenire ai dibattiti. I vescovi francesi rispondono così al progetto di legge sul fine vita che oggi, mercoledì 10 aprile, il governo Macron presenterà al Consiglio dei ministri. Il testo – si legge in una nota diffusa questa mattina dalla Cef per presentare il pool di vescovi – apre “per la prima volta in Francia la via ad una possibile legalizzazione del suicidio assistito e dell’eutanasia”. “In vista delle numerose scadenze – soprattutto parlamentari – che segneranno l’attualità delle settimane e dei mesi a venire su questo grande tema sociale, la Conferenza episcopale di Francia ha nominato un gruppo dedicato di quattro vescovi, tutti particolarmente mobilitati, in seno al Cef o nella loro diocesi, su questa questione infinitamente seria e complessa del sostegno alle persone in fin di vita”. I vescovi saranno gli “interlocutori privilegiati per rappresentare la voce della Conferenze episcopale” sebbene la Conferenza episcopale assicura che tutti i vescovi di Francia rimangono a disposizione su questo tema. Il pool è costituito dai tre vescovi membri del Gruppo di lavoro sul fine vita istituito dal Consiglio permanente della Cef. Sono mons. Vincent Jordy, arcivescovo di Tours, vicepresidente della Cef; mons. Matthieu Rouge, vescovo di Nanterre, e mons. Pierre-Antoine Bozo. A loro si unisce mons. Emmanuel Gobilliard, vescovo di Digne, Riez e Sisteron. Il vescovo - si legge nel suo profilo – “è particolarmente mobilitato” nella suo diocesi sulla questione della vecchiaia, di cui ha fatto “uno degli assi principali del suo ministero pastorale”. Mons. Gobilliard, inoltre, ha fatto parte per quattro anni, dal 1994 al 1998, dell'équipe della cappellania dell'ospedale Spallanzani di Roma, specializzandosi nelle fasi terminali delle malattie infettive. In questa veste ha accompagnato un gran numero di pazienti fino agli ultimi istanti della loro vita. Dopo un anno di preparazione e l’annuncio dato personalmente dal presidente francese Macron il 10 marzo scorso ai quotidiani La Croix e Libération, l’esecutivo presenterà oggi la proposta di legge sul fine vita al Consiglio dei ministri. I dibattiti parlamentari dovrebbero iniziare nell’Assemblea nazionale il 27 maggio. Si preannunciano lunghi. Secondo il governo, l'adozione definitiva del testo non dovrebbe avvenire prima di un anno e mezzo. Un sondaggio realizzato dall'Ifop dopo la presentazione del disegno di legge da parte di Emmanuel Macron indica che l'82% degli intervistati approva questo testo. C’è però anche chi manifesta la sua opposizione al progetto di legge. Proprio oggi, il collettivo “Soulager mais pas tuer” si recherà all’Eliseo per depositare le firme dell’appello “Aiutiamo a vivere, non a morire!”, lanciato nel dicembre 2022. La legge prevede che le persone affette da una malattia incurabile e dolorosa, che porta a morte sicura entro un periodo compreso tra sei mesi e un anno, possono accedere al suicidio assistito e se il paziente è fisicamente incapace di farlo, una persona che assiste o un parente può somministrate l'iniezione letale. Riuniti a marzo in plenaria a Lourdes, i vescovi avevano espresso  “grande preoccupazione” e “profonde riserve” riguardo al disegno di legge in una Dichiarazione dal titolo “Non interpretiamo male la fraternità”, facendo un chiaro riferimento alle parole usate dal presidente Macron per presentare la proposta legislativa. “Proclamiamo instancabilmente – affermavano i vescovi - che tutta la vita umana merita di essere rispettata incondizionatamente e accompagnata da un’autentica fraternità”.M. Chiara Biagioni