Sì alla pace Si avvicina il Natale. Si avvicina la festa della Pace. E pensare oggi a Betlemme dove Gesù è nato, provoca un profondo dolore. Nessuno si sarebbe immaginato di arrivare a un Natale di guerra anche in Terra Santa! Nel contempo sarà il secondo in Ucraina, dove non si vede una via d’uscita da un inspiegabile conflitto. C’è un fatto nuovo per quanto riguarda Kiev: l’Unione Europea ha accettato, a sorpresa, di iniziare i colloqui per l’adesione dell’Ucraina (contrario soltanto il leader ungherese Orbàn che ha bloccato un nuovo pacchetto di aiuti di 50 miliardi). Una vittoria per Zelensky, una decisione strategica per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. E anche una chiara sconfitta per Putin che ha fatto partire l’invasione dell’Ucraina con il pretesto di allontanare minacce occidentali dai propri confini e ora la trova candidata alla Nato e addirittura all’Ue. Dall’altra parte il blocco dei finanziamenti Usa voluto dai Repubblicani, le difficoltà di approvvigionamento di armi anche da parte dell’Europa, rendono ora molto più problematica la situazione ucraina. Quali gli sviluppi? Ma veniamo alla Terra Santa. Qui, dopo il terribile e inaccettabile attacco di Hamas, siamo di fronte a una pesantissima reazione di Israele nei confronti di Gaza che sta preoccupando il mondo. Il presidente Usa Biden ha rivolto a Netanyahu una sonora censura, ammonendolo sul suicidio strategico all’orizzonte, per invitarlo a scaricare gli estremisti del suo governo e ad accettare la soluzione dei due Stati, esclusa dal leader israeliano ancora nei giorni scorsi. Secondo Biden (e non solo lui), Israele si sta alienando il sostegno del mondo. L’attuale era l’unica strada per colpire Hamas? Israele non sta rinfocolando un profondo odio nel cuore dei palestinesi, che bloccherà per decenni e decenni ogni compromesso e convivenza? A Gaza la situazione è drammatica. E papa Francesco: “Continuo a rinnovare il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario”, ha detto mercoledì all’udienza generale. “Si soffre tanto. Incoraggio tutte le parti a riprendere i negoziati e chiedo a tutti di assumersi l’urgente impegno di far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, che è allo stremo e ne ha veramente bisogno. Si liberino tutti gli ostaggi, che avevano visto la speranza di una tregua qualche giorno fa. Che questa grande sofferenza per gli israeliani e i palestinesi finisca. Per favore, no alle armi, sì alla pace”. Preghiamo per la pace il Signore che viene. Ce la donerà, ne siamo certi!Giorgio Zucchelli