Papa in Mongolia: a religiosi e operatori pastorali, carità “biglietto da visita” della Chiesa. Ma non dimenticatevi di adorare Dio”. “Vangelo cresce per testimonianza” “Perché spendere la vita per il Vangelo? Proprio perché, come ricorda il Salmo 34, si è gustato, si è sentito il buon sapore, si è sperimentata nella propria vita la tenerezza dell’amore di Dio”: lo ha detto Papa Francesco, nel suo discorso nella cattedrale di Ulaanbaatar, nel corso del suo viaggio apostolico in Mongolia. “Quel Dio che si è reso visibile, toccabile, incontrabile in Gesù. Sì, è Lui la buona notizia destinata a tutti i popoli, l’annuncio che la Chiesa non può smettere di portare, incarnandolo nella vita e ‘sussurrandolo’ al cuore dei singoli e delle culture”. “Questa esperienza dell’amore di Dio in Cristo è pura luce che trasfigura il volto e lo rende a sua volta luminoso. Fratelli e sorelle, la vita cristiana nasce dalla contemplazione di questo volto, è questione di amore, di incontro quotidiano con il Signore nella Parola e nel Pane di vita, e nel volto dell’altro, nei bisognosi in cui Gesù è presente. Ce lo hai ricordato tu, suor Salvia, con la tua testimonianza, grazie!”. “In questi trentun anni di presenza in Mongolia, voi, carissimi sacerdoti, consacrati, consacrate e operatori pastorali, avete dato vita a una molteplice varietà di iniziative caritative, che assorbono la maggior parte delle vostre energie e riflettono il volto misericordioso di Cristo buon samaritano. È come il vostro biglietto da visita, che vi ha resi rispettati e stimati per i tanti benefici arrecati a molte persone in vari campi: dall’assistenza all’educazione, passando per la cura sanitaria e la promozione culturale. Vi incoraggio a proseguire su questa strada feconda e vantaggiosa per l’amato popolo mongolo”. “Al tempo stesso vi invito a gustare e vedere il Signore, a tornare sempre e di nuovo a quello sguardo originario da cui tutto è nato. Senza di esso, infatti, le forze vengono meno e l’impegno pastorale rischia di diventare sterile erogazione di servizi, in un susseguirsi di azioni dovute, che finiscono per non trasmettere più nulla se non stanchezza e frustrazione. Invece, rimanendo a contatto con il volto di Cristo, scrutandolo nelle Scritture e contemplandolo in silenzio adorante davanti al tabernacolo, lo riconoscerete nel volto di quanti servite e vi sentirete trasportati da un’intima gioia, che anche nelle difficoltà lascia la pace nel cuore. Di questo c’è bisogno, oggi e sempre, non di persone indaffarate e distratte che portano avanti progetti, col rischio talvolta di apparire amareggiate per una vita certamente non facile. Il cristiano è capace di adorare nel silenzio, da cui scaturisce ogni attività. Non dimenticatevi di adorare. Occorre tornare alla fonte, al volto di Gesù, alla sua presenza da gustare: è Lui il nostro tesoro (cfr Mt 13,44), la perla preziosa per la quale vale la pena spendere tutto (cfr Mt 13,4546). I fratelli e le sorelle della Mongolia, che hanno uno spiccato senso del sacro e – come è tipico nel continente asiatico – un’ampia e articolata storia religiosa, attendono da voi questa testimonianza e ne sanno riconoscere la genuinità”. “Il Vangelo non cresce per proselitismo, il Vangelo cresce per testimonianza”.Gianni Borsa