Funerali Silvio Berlusconi: in duomo le più alte cariche dello Stato, in piazza oltre 10mila persone Una città blindata, Milano, ha dato l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, scomparso lo scorso 12 giungo. Gremita la cattedrale, per i funerali di Stato presieduti dall’arcivescovo Mario Delpini, con in prima fila, i 5 figli, da un lato, la compagna Marta Fascina, la seconda moglie, Veronica Lario, e dall’altro, le massime cariche dello Stato, con i presidenti della Repubblica, Sergio Mattarella e del Consiglio dei ministri, Meloni (accolti all’interno del duomo da mons. Delpini), i presidenti di Camera e Senato, 32 membri del governo, 4 ex premier, Monti, Gentiloni, Draghi, Renzi, i segretari dei partiti, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sindaco di Milano, Beppe Sala, che hanno dato il benvenuto, all’esterno della cattedrale, alle personalità. Presenti anche capi di Stato esteri, tra cui Viktor Orban, presidente dell’Ungheria, l’emiro del Qatar, Hamad al Thani, esponenti della società civile, i vertici di Mediaset, ma anche grandi campioni del calcio e volti noti dello spettacolo. Oltre 10.000 persone in piazza, sotto il sole, a seguire, dai due megaschermi e dal altri 2 più piccoli, le esequie, tra bandiere politiche e del Milan, striscioni e foto di ricordo. 12 i concelebranti, provenienti da diverse parti d’Italia, tra cui monsignor Francesco Pesce, rettore della Rettoria di San Gregorio Nazianzeno presso la Camera dei deputati, don Giandomenico Colombo, parroco di Arcore, – assiste, tra le rappresentanze diplomatiche, mons. Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico per l’Italia –, l’arciprete della Cattedrale, mons. Gianantonio Borgonovo che ha benedetto il feretro, appena giunto da Villa San Martino di Arcore (anche lungo le strade, tanta gente e applausi), sul sagrato, tra le corone di fiori, i carabinieri in alta uniforme, gli onori del picchetto interforze. Poi, tra le navate, l’ingresso della bara, ancora tra gli applausi e l’avvio della solenne la liturgia esequiale, officiata secondo il Rito ambrosiano, con il tipico colore liturgico, morello, la bara a terra, ai piedi dell’altare maggiore, aspersa e incensata da parte dell’arcivescovo Delpini.Annamaria Braccini