Giordania: Vescovi Hlc ad Amman per incontrare i cristiani locali. Mons. Anselmi (Cei) "presenza cristiana da custodire e incentivare" (Da Amman) Prende il via oggi (fino al 19 gennaio) ad Amman, in Giordania, l’incontro del Coordinamento delle Conferenze episcopali a sostegno della Chiesa della Terra Santa (Holy Land Coordination, Hlc). Tema di quest’anno: “il ruolo e l’importanza della comunità cristiana in Giordania”. Saranno presenti vescovi delegati delle Conferenze episcopali di Italia, Germania, Islanda, Inghilterra, Irlanda, Francia, Stati Uniti, Scozia, Canada, Spagna, Slovacchia, insieme a rappresentanti del Ccee, dell’Ordine del Santo Sepolcro, della Chiesa anglicana e di diversi enti e organismi ecclesiali internazionali. Moderatore dell’incontro sarà mons. Nicholas Hudson, vescovo ausiliare di Westminster della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles alla quale la Santa Sede ha da tempo affidato l’organizzazione di questo appuntamento che per tradizione si tiene in gennaio. La presenza italiana all'Hlc. A rappresentare la Conferenza episcopale italiana (Cei) è stato chiamato, per la prima volta, mons. Nicolò Anselmi, dal 17 novembre 2022 vescovo di Rimini e reduce da un pellegrinaggio in Terra Santa. “Tutta la Terra Santa – commenta al Sir – è particolarmente amata dai fedeli di tutto il mondo e per questo deve essere sempre posta all’attenzione delle Chiese così come i cristiani che la abitano la cui presenza deve essere custodita e incentivata". "Per questo in Giordania cercheremo di comprendere il ruolo e l’importanza della presenza cristiana che vive e assorbe tutte le tensioni palpabili della regione mediorientale. I temi della pace e della convivenza sono parte dell’insegnamento di Gesù. In Giordania conosceremo anche l’impegno che il Regno Hashemita sta mettendo nell’accoglienza di tanti migranti e rifugiati in fuga dai conflitti dell’area”. A tale proposito lo scorso 10 novembre Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata Re Abdullah II Ibn Al Hussein di Giordania. Nel colloquio, come hanno riportato le fonti vaticane, si è parlato dell’importanza della stabilità e della pace in Medio Oriente, con particolare riferimento alla questione palestinese e al tema dei rifugiati. Il Papa ha ribadito la necessità di custodire la presenza cristiana nella regione e ha ringraziato il Re per il ruolo di protettore dei luoghi santi e per l'accoglienza offerta dalla Giordania ai migranti dell’aera. Programma dei lavori. I lavori si apriranno in serata con un primo briefing di presentazione e vedranno, nella giornata di domani, i vescovi fare visita e celebrare la Messa nelle parrocchie di Amman, Irbid, Ajloun, Jubehia, Fuheis e Sweifieh. Il programma prevede, inoltre, incontri con i leader della Chiesa cattolica giordana, con Caritas Jordan per parlare di rifugiati cristiani iracheni e siriani, presenti in gran numero nel Paese, con i giovani della Jec (pastorale giovanile della Chiesa latina), con i rappresentanti delle missioni diplomatiche in Giordania e con parlamentari di fede cristiana. Non mancheranno le visite al sito del Battesimo, al monte Nebo e al Centro di accoglienza e recupero disabili di Nostra Signora della pace. A chiusura di lavori verrà diffusa una dichiarazione finale. Le quattro 'P'. Il Coordinamento di Terra Santa (Hlc), attivo dal 1998 e composto da vescovi di tutta Europa, Nord America e Sud Africa, è stato istituito su invito della Santa Sede con lo scopo di visitare e sostenere le comunità cristiane locali della Terra Santa. Il compito principale del Coordinamento risiede nelle cosiddette quattro ‘P’: “Preghiera, pellegrinaggio, pressione e presenza”. “La preghiera – spiega al Sir padre Mark Madden, segretario dell’Hlc – è la cornice di ogni incontro annuale, con la celebrazione quotidiana della Messa, spesso in diversi riti”. Il pellegrinaggio è uno degli aspetti più interessanti dell’iniziativa: “I vescovi in visita, consapevoli dell’importanza dei pellegrinaggi per i cristiani locali, hanno sempre fatto sforzi per incentivare l’arrivo in Terra Santa di pellegrini dei loro paesi e diocesi d’origine. Pressione o persuasione, si riferisce al lavoro da svolgere dopo l’incontro annuale, quando, una volta tornati a casa, i vescovi sono chiamati a riferire alle proprie Conferenze episcopali, ai rispettivi governi, parlamentari, diplomatici e media su una vasta gamma di questioni che riguardano la vita dei cristiani". "In linea con l’approccio che la Santa Sede adotta ovunque, i vescovi – precisa padre Madden – non cercano privilegi per i cristiani, ma dignità e giustizia per loro e per altri in simili conflitti”. Infine la quarta ‘P’, presenza: “I vescovi con la loro presenza sperano soprattutto di ricordare alle ‘pietre vive’ delle comunità cristiane di Terra Santa che non sono dimenticate dai loro fratelli e sorelle in altre parti del mondo. Sebbene i vescovi del Coordinamento non visitino la Terra Santa per motivi politici, la loro visita li mette spesso di fronte a problemi politici e sociali complessi. Per questo diffondono, al termine dei lavori, un comunicato finale nel quale esprimono il loro punto di vista su quanto visto e udito, senza tuttavia allontanarsi dalla motivazione essenzialmente pastorale della loro presenza”.Daniele Rocchi