Papa Francesco: al Corpo diplomatico, no a "paura della vita", in Italia "inverno demografico mette in pericolo il futuro". "Inaccettabile che donne afgane siano escluse dall'educazione" “Purtroppo, appare emergere sempre più una ‘paura’ della vita, che si traduce in molti luoghi nel timore dell’avvenire e nella difficoltà a formare una famiglia e mettere al mondo dei figli”. È il monito del Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha fatto riferimento all’Italia, dove “è in atto un pericoloso calo della natalità, un vero e proprio inverno demografico, che mette in pericolo il futuro stesso della società”. “Al caro popolo italiano, desidero rinnovare il mio incoraggiamento ad affrontare con tenacia e speranza le sfide del tempo presente, forte delle proprie radici religiose e culturali", l’augurio di Francesco. "Le paure trovano alimento nell’ignoranza e nel pregiudizio per degenerare facilmente in conflitti. L’educazione è il loro antidoto”, la tesi di Francesco, che ha ricordato come la Santa Sede “promuove una visione integrale dell’educazione, in cui il culto dei valori religiosi e l’affinamento della coscienza morale procedano di pari passo con la sempre più ricca assimilazione di elementi scientifico-tecnici”.  Educare, ha spiegato ancora il Papa, “esige sempre il rispetto integrale della persona e della sua fisionomia naturale, evitando di imporre una nuova e confusa visione dell’essere umano”: “Ciò implica integrare i percorsi di crescita umana, spirituale, intellettuale e professionale, permettendo alla persona di affrancarsi da molteplici forme di schiavitù e di affermarsi nella società in modo libero e responsabile”. “È inaccettabile che parte della popolazione possa essere esclusa dall’educazione, come sta accadendo alle donne afgane”, il grido di Francesco, secondo il quale  “l’educazione è in balìa di una crisi acuita dalle devastanti conseguenze della pandemia e dal preoccupante scenario geopolitico. In tal senso, il Vertice sulla trasformazione dell’educazione, convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e svoltosi lo scorso settembre a New York, ha rappresentato per i Governi un’opportunità unica per intraprendere politiche coraggiose, volte ad affrontare la ‘catastrofe educativa’ in atto e a realizzare scelte concrete per raggiungere un’istruzione di qualità per tutti entro il 2030. Gli Stati abbiano il coraggio di invertire l’imbarazzante e asimmetrico rapporto tra la spesa pubblica riservata all’educazione e i fondi destinati agli armamenti!”.M.Michela Nicolais