Natale 2022: mons. Solmi (Parma), “non sono due dita che si sfiorano, ma è la carne umana presa da Dio che annuncia un mondo migliore” “Siamo in un tempo nel quale non possiamo presumere che tutto proceda bene. Potevamo averne l’illusione qualche tempo fa, per dedicarci a quanto ci piaceva, quasi nella spensieratezza. Non è più così da un po’ ed ora è evidente. Le crisi che stiamo passando da una quindicina d’anni ce lo impongono. Non lasciamoci, però, portare in un vicolo cieco, quasi per nasconderci, ma cerchiamo di starci dentro convinti che ‘possiamo farcela’ e che il futuro dipenderà molto dalle scelte di oggi. Proprio il Natale ci porta a questo. Ci prende per mano come un piccolo che tira l’adulto verso un luogo che lo attrae”. Lo scrive il vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi, sul settimanale diocesano “Vita nuova”. “Ci troviamo davanti a fallimenti tragici per esserci affidati a qualcosa che ritenevamo capace di proteggerci, di accompagnarci o addirittura di darci un senso. Il progresso e lo sviluppo, come assoluti e in continua crescita, fanno i conti col Covid e l’evidenza che, da soli, non sono per tutti – osserva il presule -. Così l’economia e addirittura la finanza, con la presunzione che fossero tali da muovere un bene universale che prima beneficiasse pochi per poi espandersi, come tracimando, nel bene di tutti. Basta la tragica realtà della fame per dirci che non è così. Pure l’organizzazione mondiale per la pace, fondamentale e da salvaguardare, è resa inefficace, quasi derisa da quell’insulto alla ragione che è la guerra, che bombarda il suo rappresentante mentre si fa ambasciatore di pace”. Ed “ecco che arriva il Natale. Con il desiderio di un mondo buono che vorremmo abitare e che si caramella di voglia di intimità, di bontà, di festa. Ma proprio sotto a questa crosta zuccherosa c’è la nostalgia di un mondo perduto e che possiamo riavere, sia pure con grande fatica, con i desideri più veri che sono nel cuore di tutti: pace, vittoria sulla morte, sul pianto, felicità”. Mons. Solmi evidenzia: “Il Natale non sono due dita che si sfiorano, ma è la carne umana presa da Dio che annuncia un mondo migliore e la possibilità di incamminarci in questa direzione. Realtà e non illusione, anche nella nostra fragilità a volte colpevole”. Il vescovo invita a guardare il presepe: “Giuseppe pulisce la mangiatoia: Dio non si ritrae da nulla, prende la nostra vita; Maria si prende cura del Piccolo e lo fascia, come fa Dio con noi. Il Natale sia per tutti la forza e la tenerezza di Dio”.Gigliola Alfaro