Temi urgenti: Giustizia e Giovani Mentre il governo Meloni, il primo di destra-centro, sta cercando di barcamenarsi tra l'urgenza degli adempimenti nazionali ed europei e la necessità di identificarsi in qualcosa di specifico, ridotto sempre più dalle dure circostanze, arriva un richiamo ufficiale anche dalla Banca d'Italia a riguardo di alcune misure economiche ritenute non adeguate. La risposta - "le nostre sono scelte politiche" - convince fino ad un certo punto, poiché la politica non può andare contro gli interessi della nazione, immediati o futuri, ma deve contemperarli con le esigenze imprescindibili di bilancio (come, del resto, la stessa premier aveva più volte voluto sottolineare agli alleati). Una strada significativamente identitaria è quella indicata dal neo-Guardasigilli Carlo Nordio nella sua relazione sulle linee programmatiche del ministero, presentata martedì alla Commissione Giustizia del Senato. Penso non ci siano dubbi sulla competenza dell'ex-magistrato veneziano, di cui ha dato prova in tutti gli anni nei quali ha esercitato la professione, continuando poi ad approfondirla e a dimostrarla nei suoi frequenti e puntuali interventi sulla stampa. Sappiamo che tra i maggiori problemi frenanti la vita della nazione, si può dire in tutti i suoi aspetti, c'è appunto quello della Giustizia (troppe volte lenta e macchinosa, se non ...ingiusta). Ebbene, il ministro indica una chiara svolta su punti cruciali: premessa la scelta "garantista" del governo, intende proporre (finalmente!) la netta separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, affermando semplicemente: "È insensato che il pm appartenga allo stesso ordine del giudice" (ed egli è uno che se ne intende, anche se è costretto ad andare contro i suoi ex-colleghi). Su altri temi, altrettanto discussi e controversi, che richiedono comunque una ben ragionevole soluzione, egli afferma, ad esempio, che intende intervenire contro le "intercettazioni usate per delegittimare" personaggi o enti più o meno avversari; e giunge a dire che "l'obbligatorietà dell'azione penale è un intollerabile arbitrio". Ci sembrano idee chiare e sostanzialmente condivisibili, se vogliamo - come ci viene richiesto (e promesso) continuamente - riformare almeno un po' il nostro sistema giudiziario, pericolosamente malato. Un altro fra i maggiori problemi che frenano la vita del Paese - come pure viene più volte affermato - è quello del pianeta giovanile e della sua più adeguata formazione, pena l'esclusione dalla società o il rallentamento insopportabile del loro inserimento in ogni ambito, non solo in quello del mondo del lavoro. A fronte di frange segnate da una sorta di sottocultura, voluta e sbandierata contro la stessa civiltà attuale del Paese, o di altre caratterizzate da scelte decisamente violente (come gli ultras degli stadi e i residui dei ben noti Centri sociali, per non parlare dei nostalgici dichiarati del fascismo), o di un'altra ampia fascia di giovani che hanno scelto (speriamo non definitivamente) di non studiare e di non lavorare, c'è anche una buona parte di giovani (è da augurarsi che sia la maggioranza) che s'impegnano con intelligenza e volontà a costruire il proprio futuro. Purtroppo, molti di questi ci sfuggono all'estero (tanto che una nota trasmissione radiofonica reca addirittura mestamente lo slogan "Questo non è un Paese per giovani"). Come va riformata con decisione la Giustizia, così occorre investire sempre di più sui giovani, pena in questo caso un letale deperimento della nazione.Vincenzo Tosello