Riviste: “Messaggero di sant’Antonio”, nel numero di dicembre riflessioni sul Natale e la complessità del fenomeno migratorio È un numero decisamente natalizio quello del “Messaggero di sant’Antonio” di dicembre. A cominciare dall’illustrazione di copertina di Valentina Salmaso e dall’editoriale del direttore, dal titolo “Tutti nasciamo poveri”. In esso, fra Massimiliano Patassini sottolinea come l’avvento del Dio bambino, che ha condiviso la nostra condizione umana, smaschera la falsa autosufficienza che ci siamo costruiti nel tempo, ricordandoci che nasciamo in povertà e viviamo la nostra parabola di vita nel bisogno degli altri e di Dio. Natalizio pure il dossier “Verso Natale, con Maria”, curato dai frati dell’equipe di Pastorale dell’arte al Santo: Alessandro Fortin, Nicola Galiazzo e Alberto Tonello. Un invito a farci accompagnare dalla donna del Magnificat, attraverso alcune immagini della Basilica di Sant’Antonio di Padova che la rappresentano, per cogliere il dono che Dio fa per ciascuno nel Natale di Gesù. Di grande attualità è l’articolo “Liberi di partire, liberi di restare” firmato da Gianromano Gnesotto, docente al master di “Diritto delle migrazioni” dell’Università di Bergamo, il quale sottolinea come la complessità del fenomeno migratorio – irreversibile e in continua crescita con 200 milioni di individui, il 3% della popolazione mondiale, che vivono al di fuori dello Stato d’origine – richieda sempre più spesso la presenza di persone competenti proprio nell’ambito del diritto delle migrazioni. Di amicizia scrive Giulia Cananzi nell’approfondimento “Il sentimento resiliente”: tutti crediamo di sapere che cosa sia l’amicizia, ma in realtà la conosciamo pochissimo. Viaggio intorno a un legame che resiste agli egoismi e alle semplificazioni in compagnia del grande psichiatra Eugenio Borgna. “Antonio 20-22, un cammino di popolo” di Alberto Friso ripercorre i tre milioni di passi compiuti nel corso di questo 2022 (e parte del 2021), attraversando l’Italia sulle orme di sant’Antonio. “Pane e gentilezza” è il titolo dell’articolo di Sabina Fadel dedicato ai 140 anni delle Cucine economiche popolari di Padova. Luisa Santinello in “L’arte libera” racconta il progetto “Gap – Graffiti Art in Prison”, sei settimane di studio e cinque laboratori realizzati da artisti insieme a dottorandi e detenuti di alcuni istituti penitenziari di Palermo e Firenze.Gigliola Alfaro