Argentina: Plenaria vescovi. Mons. Ojea “processo sinodale tentativo di costruire unità di fronte a violenze e scontri” “La pandemia non ci ha lasciato un mondo migliore, ma una nuova pandemia di gravi squilibri e rotture". Di fronte a questa realtà, “l’inizio del Processo sinodale è un tentativo di costruire l’unità che costituisce la Chiesa, di fronte a un mondo pieno di incomprensioni, per sanare le ferite della violenza e dello scontro”. Lo ha detto ieri, nella Messa di apertura dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale argentina (Cea), il presidente, mons. Oscar Ojea, vescovo di San Isidro. Citando la Lumen Gentium, dove si afferma che “la Chiesa è sacramento dell'unità degli uomini con Dio e dell’unità dell’intero genere umano”, mons. Ojea ha sottolineato che l’ascolto è “l'inizio di un cammino di dialogo e di incontro”, una sfida in questo tempo di “fratture profonde del corpo sociale”, anche nel contesto nazionale. “L’apertura, e non la chiusura, è la via dell'identità ecclesiale - ha proseguito – è la caratteristica di una Chiesa in uscita che cerca di penetrare la nuova cultura con la freschezza del Vangelo”. Mons. Ojea, nell’omelia, ha invitato i suoi confratelli a “fare molta attenzione a non essere di ostacolo affinché altri possano continuare a camminare e ad avanzare nel loro cammino di maturazione umana e cristiana”. E ha aggiunto: “La profonda divisione in cui viviamo come società è fonte di scandalo ed è motivo di perplessità per molte persone”. Nei prossimi giorni, sulla base di un'analisi della realtà socioculturale del Paese, i vescovi argentini discuteranno del Cammino sinodale, approfondendo il documento di lavoro di questa prima tappa di ascolto, con uno sguardo particolare su giovani e vocazioni. Parallelamente si affronteranno aspetti legati alla vita dei sacerdoti e al Piano di formazione dei seminari, alla catechesi, ai testi liturgici e alla riforma economica.Bruno Desidera