Cop27: Caritas Internationalis, a Sharm-el-Sheikh “per sostenere la giustizia climatica”. John, “Stati responsabili del degrado devono agire immediatamente” “Sarà un’opportunità per sostenere la giustizia climatica e portare all’attenzione del mondo le condizioni delle comunità vulnerabili che soffrono maggiormente a causa del cambiamento climatico, pur non essendone direttamente responsabili”. Lo afferma il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, che con un’ampia delegazione formata da rappresentanti delle Caritas regionali e nazionali parteciperà alla Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Sharm-el Sheikh, in Egitto, dal 7 al 18 novembre. “Il cambiamento climatico ha avuto un impatto importante sulle attuali e gravissime crisi alimentare e migratoria. La comunità internazionale e soprattutto gli Stati responsabili del degrado della nostra Casa Comune devono agire immediatamente”, denuncia John. In Egitto, i rappresentanti Caritas chiederanno agli Stati un maggiore impegno per affrontare i cosiddetti “perdite e danni” (loss and damage), ovvero gli impatti negativi irreversibili causati dagli eventi meteorologici estremi legati al clima. Su questo tema, il 9 novembre, Caritas Internationalis ospiterà insieme con altre organizzazioni religiose un side event intitolato “Affrontare perdite e danni per realizzare la giustizia climatica. La prospettiva dei giovani, di genere e dei leader religiosi”. “Senza uno strumento di finanziamento affidabile e globale che garantisca i fondi per aiutare i Paesi a far fronte alle perdite e ai danni causati dal clima, i Paesi più vulnerabili - ammonisce John - sprofonderanno ancora di più nel debito e nella povertà ogni volta che saranno colpiti da disastri climatici, di cui non sono responsabili”. “I finanziamenti per il clima - aggiunge - dovrebbero essere investiti a livello locale per rispondere alle esigenze delle comunità povere e vulnerabili e dovrebbero essere finalizzati a mitigare i rischi economici e l’impatto dei debiti causati dal cambiamento climatico”. “Purtroppo - sottolinea il direttore di Caritas Internationalis - vediamo come l’erogazione e l’utilizzo dei finanziamenti internazionali per il clima rimangano incoerenti e profondamente ingiusti, e come vi sia una scarsa trasparenza e mancanza di responsabilità in merito ai fondi per il clima destinati alle comunità povere e vulnerabili gravemente colpite dalla crisi climatica”. Caritas Internationalis sottolinea anche la necessità di fornire i finanziamenti per il clima non sotto forma di prestiti, che appesantirebbero ulteriormente la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo, ma sotto forma di sussidi. Caritas Internationalis esorta inoltre a basarsi sulle esperienze e sulle pratiche delle comunità locali, la cui conoscenza di come coltivare e massimizzare l’uso delle risorse disponibili localmente porta benefici indiscutibili in termini di adattamento e mitigazione. “In un contesto in cui il cambiamento climatico continua a rendere le risorse più scarse e l’impronta di carbonio più significativa, esortiamo gli Stati a garantire che la scienza rifletta e integri l’esperienza vissuta e le conoscenze locali nella risposta al cambiamento climatico”, conclude John.Alberto Baviera