Ucraina: S.B. Shevchuk (greco-cattolici), “liberati 2mila chilometri quadrati di terre, ma ogni liberazione è bagnata dal sangue dei nostri soldati” “Tutti comprendiamo che ogni passo del genere, ogni liberazione, ogni lacrima di gioia del nostro popolo, quando vede il suo esercito, sono annaffiate dal sangue dei nostri soldati, nostri liberatori”. È dedicato alla riconquista di città e villaggi della regione di Kharkiv ma anche ai soldati caduti sul fronte, il videomessaggio diffuso ieri sera di S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Il tributo va subito per i soldati ucraini: “Noi ringraziamo Dio e l’esercito ucraino per il fatto di essere vivi; per il fatto che dopo il primo settembre più di 2.000 chilometri quadrati delle terre ucraine sono già stati liberati. Oggi la bandiera ucraina diventa un vero simbolo di pace e di libertà per i quali preghiamo ogni giorno il Signore Dio”. Ieri, domenica 11 settembre, in Ucraina ricorreva “il 200° giorno della grande guerra che la Russia sta conducendo contro il popolo ucraino”. Nel ricordarlo, l’arcivescovo maggiore di Kiev ha sottolineato quella che ritiene essere “la notizia principale di ieri e della notte passata” e cioè “la rapida deoccupazione delle città e dei villaggi della regione di Kharkiv nel contesto di una brillante controffensiva dell’esercito ucraino. Sono stati liberati importanti grandi città come Kupyansk, Izyum e molte altre”. Ma dietro ogni vittoria, c’è anche il dolore di perdite tra i soldati. “Questa domenica preghiamo e chiniamo il capo rendendo omaggio a quei nostri ragazzi e ragazze che, soprattutto in questi giorni, a costo della propria vita liberano la terra ucraina dall’occupante”. Nonostante le riconquiste sul territorio, i russi hanno pesantemente colpito il territorio ucraino con “razzi, bombe e artiglieria”. “Questa mattina – fa sapere Shevchuk – le autorità ucraine hanno riferito che nelle ultime 24 ore contro le città e villaggi pacifici sono stati lanciati 16 razzi. Hanno tremato Kharkiv e Mykolaiv, Dnipro e regione di Dnipropetrovsk, la città di Zaporizhzhia si è trasformata in un centro speciale di accoglienza delle vittime e dei rifugiati come, del resto, molte altre città della nostra Ucraina centrale, orientale e meridionale”. Ingenti sono i danni. “Secondo le comunicazioni, durante il periodo di questa guerra ingiusta sono stati distrutti più di 130.000 edifici residenziali. Questo significa che tre milioni e mezzo di ucraini sono rimasti senza alloggio, non hanno dove passare l’inverno, non hanno nessun posto dove nascondersi dal freddo in arrivo. Ma l’Ucraina resiste, l’Ucraina combatte, l’Ucraina prega”.M. Chiara Biagioni