Fine vita: card. Bassetti, "sollievo per sentenza su omicidio del consenziente", ma ddl "riconosca nel massimo grado possibile il principio di tutela della vita umana" “Sono da accogliere con sollievo la sentenza e le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha respinto il quesito referendario sull’omicidio del consenziente, mentre c’è da sperare che nel corso dell’iter parlamentare la proposta di legge sul fine vita riconosca nel massimo grado possibile il principio di tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, si è espresso sui temi bioetici, aprendo i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani. “La Chiesa conferma e rilancia l’impegno di prossimità e di accompagnamento nei confronti di tutti i malati, invocando maggiore attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore”, ha assicurato il presidente della Cei. “Ed insieme – ha aggiunto - auspica un nuovo metodo di partecipazione rispetto a queste tematiche: il dialogo e il confronto sono le strade maestre per evitare derive ideologiche con cui si smarriscono il valore e la dignità della persona”. “In questo tempo in cui la pandemia e la guerra in Ucraina fanno sentire tutta la precarietà e la fragilità, i credenti sono chiamati a condividere la bellezza della vita umana abitata dallo Spirito del Signore, a dare corpo alle relazioni reali, a concretizzare nel quotidiano il senso dell’esistenza del cristiano: dare la propria vita nella gratuità come Gesù”, l’appello del cardinale: “Il popolo di Dio ha nel cuore il desiderio di incontrare gli altri, senza preferenza di persona, ed essere riflesso di comunione in ogni luogo, perché fratello o sorella di tutti e, insieme, figli dell’unico Padre. Nella vita personale rimanda costantemente allo sguardo amoroso di Dio che abbraccia non solo i credenti, ma tutti i viventi della terra. L’uomo e la donna di fede si mettono in ascolto di ogni persona che incontrano, in atteggiamento di accoglienza incondizionata dell’altro, soprattutto dei più fragili. Scelgono, con la postura del pellegrino, di essere in comunione, operando con delicatezza e umiltà con le Chiese sorelle e le altre religioni, e anche con coloro che, pur professandosi lontani dalla fede, vivono valori profondamente umani. Un contributo a tutto campo, quello del popolo di Dio, per custodire la vita, dono del Signore, in ogni sua espressione e testimoniare che Dio si prende concretamente cura dell’umanità”.M.Michela Nicolais