Religioni e pace: card. Ayuso Guixot, "i confini non possono diventare muri". "Contro prospettive antagoniste e nazionaliste un'Europa più unita e solidale" "La fraternità costituisce, al tempo stesso, il metodo e l’obiettivo da perseguire nella costruzione di società pacifiche e inclusive. La fraternità è anche la manifestazione di atti concreti, per l’integrazione tra diversi e tra Paesi, ed è l’affermazione che il dialogo quando è 'perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto'”. Lo afferma, citando l'enciclica Fratelli tutti, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, nella prolusione preparata per il Dies academicus della Facoltà teologica del Triveneto in corso questa mattina a Padova. Nel testo, intitolato "Religioni e fratellanza in Europa, oggi. L’esortazione dell’enciclica Fratelli tutti", letto dal  segretario generale della Facoltà, don Gaudenzio Zambon, a causa dell'impossibilità del porporato ad essere presente per sopraggiunti motivi personali, Guixot sostiene: "L’uomo condivide con i suoi fratelli non solo una comune origine e discendenza, ma anche un destino comune, quello di creature fragili e vulnerabili nella salute e nella sorte, come il periodo storico che stiamo vivendo ci ha mostrato con evidenza". Non si può "restare indifferenti, siamo esortati alla speranza e alla responsabilità, sulla base della parabola del Buon Samaritano, paradigma della necessità di una cultura della cura l’uno per l’altro, e non dell’indifferenza". "I confini esistono, ma non possono diventare muri né disegnare il futuro", il monito del porporato, secondo il quale "i credenti li superano con lo sguardo del cuore e con la parola del dialogo". "In assenza di visioni larghe - fa notare - , c’è una ripresa di prospettive nazionali antagoniste o nazionaliste di fronte a una globalizzazione che appare minacciosa". Di fronte a questo scenario "c'è bisogno non di meno Europa bensì di più Europa: solo un’Europa più unita e solidale può affrontare le sfide della globalizzazione. Un’Europa più forte, non aiuta solo gli europei: è una grande spinta anche per sviluppare la globalizzazione della solidarietà di cui parla Papa Francesco". Si tratta, conclude, di "una grande impresa in cui il ruolo delle religioni e delle Chiese è fondamentale, per il bene dei popoli europei e del mondo intero, per contrastare i nazionalismi e per costruire la pace".Giovanna Pasqualin Traversa