Quando il bene comune sconfigge la burocrazia

Abbiamo imparato a conoscerle con la pandemia di Covid-19. Le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) intervengono, su segnalazione del medico di famiglia, a casa dei pazienti più fragili colpiti dal Coronavirus. Persone che possono essere curate a domicilio, senza intasare ulteriormente ospedali e pronto soccorso.

epa08743114 German Health Minister Jens Spahn receives an influenza injection from doctor Harald Bias at Charite hospital, during the spread of the coronavirus disease (COVID-19), in Berlin, Germany, 14 October 2020. EPA/HANNIBAL HANSCHKE

Abbiamo imparato a conoscerle con la pandemia di Covid-19. Le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) intervengono, su segnalazione del medico di famiglia, a casa dei pazienti più fragili colpiti dal Coronavirus. Persone che possono essere curate a domicilio, senza intasare ulteriormente ospedali e pronto soccorso. L’Ats di Pavia è stata la prima in Lombardia, lo scorso 16 marzo, ad attivarle. In sette mesi le 7 Unità che operano sul territorio provinciale hanno effettuato oltre 2mila interventi: un migliaio nel solo mese di ottobre. Per rendere ancora più efficiente il servizio delle Usca (per le quali lavorano 17 medici, sette giorni su sette dalle 8 alle 20), era necessario dotarle di strumenti adatti alla loro attività. Da questa esigenza è nata una concreta collaborazione tra istituzioni che ha portato, nel giro di pochi giorni, alla donazione di 7 ecografi portatili alle Unità. Un’apparecchiatura preziosa che consentirà di formulare diagnosi tempestive per i pazienti Covid curati a casa, soprattutto nell’eventualità in cui l’infezione debba sfociare in una polmonite. Un risultato importante reso possibile dall’iniziale contatto tra Mara Azzi, direttore generale di Ats, e Vittorio Poma, presidente della Provincia. Poma ha subito coinvolto Giancarlo Vitali, presidente della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia, che ha aderito con entusiasmo al progetto promosso poi dal consigliere Giovanni Arioli. La volontà di operare insieme per il bene comune ha sconfitto le esasperanti lungaggini della burocrazia. Un esempio virtuoso da seguire.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)

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