La fiducia va guadagnata

Possiamo dire che questa volta l’insulto non ha pagato. I toni da bar dello sport, troppo spesso usati da molti protagonisti, sono alla fine risultati controproducenti. Il movimento delle Sardine poi ha fatto il resto. Un resto di non poco conto, visto che sembra sia stato in grado di mobilitare tanti elettori che magari si sarebbero astenuti.

(Foto: AFP/SIR)

Inutile nascondersi dietro a un dito. Il grande sconfitto delle Regionali in Emilia-Romagna è il segretario della Lega, Matteo Salvini. L’opposizione, a livello nazionale, rimane comunque forte attorno al suo leader carismatico. Resta in ogni caso vero che l’ex ministro dell’Interno ha trasformato la consultazione in un referendum pro o contro il governo giallo-rosso. Ha messo in campo ogni espediente, tirando fuori argomenti anche al limite dell’opportunismo politico. Ha giocato tutte le carte, convinto di avere la meglio in una regione che forse non è così disastrata come lui ha voluto rappresentare, nonostante rimanga molta strada da percorrere. Possiamo dire che questa volta l’insulto non ha pagato. I toni da bar dello sport, troppo spesso usati da molti protagonisti, sono alla fine risultati controproducenti. Il movimento delle Sardine poi ha fatto il resto. Un resto di non poco conto, visto che sembra sia stato in grado di mobilitare tanti elettori che magari si sarebbero astenuti. Il contestuale crollo del movimento 5 stelle, con il voto disgiunto in favore di Stefano Bonaccini, ha chiuso il cerchio. Non consola il Capitano, penso, la grande affermazione della candidata di Forza Italia che ha stravinto in Calabria grazie a “un centrodestra a trazione moderata”, come ha scritto il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. La vera partita si giocava in casa nostra, dove Salvini ha battuto palmo a palmo il territorio, come forse non era mai avvenuto da parte di un leader nazionale. Il tanto impegno profuso non è stato sufficiente. Alla Lega occorrerà riflettere sulle battaglie da portare avanti se vuole davvero essere forza popolare capace di intercettare consensi in ogni direzione. Un dato confortante è quello dell’affluenza alle urne. Stabile in Calabria, da noi ha fatto il botto, con un più 30 per cento rispetto a cinque anni fa. Segno che l’elettore medio è meno insensibile di quanto si possa pensare e quando la posta si alza, il desiderio di dire la propria è ancora assai diffuso. Se da un lato la Regione avrà un governo stabile, quello che opera a Roma non vive momenti tranquilli. I rapporti di forza, dopo le urne di domenica scorsa, sono di sicuro mutati. I 5 stelle non sono mai stati così in ambasce e la loro crisi pare ai più irreversibile. L’elettorato italiano è ormai altamente fluttuante. Non esistono più le categorie di qualche anno fa. Alle ideologie di un tempo sono subentrati i pragmatismi di oggi, a volte frutto di decisioni umorali. Un dato pare certo: la fiducia va guadagnata di continuo. Vale per chi governa e per chi è all’opposizione. Alle promesse della campagna elettorale devono seguire azioni coerenti. Sì, perché la prossima elezione è vicina.

(*) direttore “Corriere Cesenate” (Cesena)

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