Pnrr: Libera, “c’è bisogno di trasparenza, onestà, equità nella gestione dei fondi”

“La discussione di questi giorni sui progetti e la tempistica dell’attuazione del Pnrrè più concentrata sul rimpallo reciproco di responsabilità d che sulle modalità e gli interventi da mettere in campo per non perdere un’occasione che il Paese non può perdere”: lo dice Francesca Rispoli, dell’ufficio presidenza di Libera, commentando i risultati della ricerca commissionata da Liber a Demos, che “ci dicono che i cittadini non ne conoscono con precisione l’entità e la destinazione, ma sanno che si tratta di molti soldi, gestiti dall’ente pubblico – evidenzia Rispoli -. Vogliono essere protagonisti, vogliono sapere ma per attivarsi bisogna conoscere. Ed è quello che è mancato sin dall’inizio del Piano, la mancata trasparenza e pubblicazione dei dati, previsti dalle normative: dati diversi da un sito istituzionale all’altro, alcuni siti non accessibili o informazioni non aggiornate. C’è bisogno di trasparenza, di onestà, di equità nella gestione di questi fondi, chiamati a sanare una ferita ancora aperta – la tragedia sanitaria, economica e sociale del Covid – e a fornire anticorpi alla società futura perché diventi più forte e coesa nelle sfide epocali che la attendono, a partire da quella ecologica”. Molti i problemi che minano l’attuazione degli investimenti da 235 miliardi di euro e monitorarli è un’impresa complessa, specie per le amministrazioni del meridione. Meno di una su tre ha fornito i dati richiesti tramite Foia (ossia il dispositivo giuridico che garantisce il diritto di accesso ai documenti, dati e informazioni delle pubbliche amministrazioni), rispondendo all’indagine partecipata di monitoraggio del Pnrr, organizzata da Libera e lavialibera. Le domande di accesso civico sono state poste direttamente ai comuni e non ai soggetti titolari – ossia i ministeri che sono responsabili della realizzazione degli interventi – per sottolineare l’importanza del coinvolgimento dei singoli comuni sul tema della trasparenza verso il più grande piano di investimenti previsto per il nostro paese. Questa secondo step dell’indagine, che mira a verificare l’“accertamento delle risorse del Pnrr”, rileva come i comuni del sud risultino essere in maggiore difficoltà nel dare risposta (obbligatoria per legge) alle domande di accesso dei cittadini. Tra le amministrazioni del Sud interpellate – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e le isole Sardegna e Sicilia – solo il 32% ha risposto positivamente mandando i documenti richiesti, mentre tra i comuni del Nord – Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto – e del centro – Lazio, Marche, Toscana e Umbria – c’è stato un tasso di risposta positiva rispettivamente del 77% e 68%. Un altro dato riguarda la tempestività della risposta: il tempo medio per fornire i documenti richiesti è stato di 14 giorni al Nord, 21 al Centro e 17 al Sud.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia