Società: Acli Roma, nel 2022 già incontrate 200mila persone. Borzì, “umanesimo urbano per capitale equa, competitiva e sostenibile”

“A settembre si apriranno nuove strade per la Capitale, e la Roma che vogliamo deve fondarsi sull’interazione di tre aggettivi: equa, competitiva e sostenibile. Il binomio competitività ed equità a prima vista può sembrare quasi un ossimoro; invece, se declinato insieme e avendo come paradigma di riferimento la centralità della persona, può rappresentare l’autostrada che porta Roma tra le grandi capitali europee senza lasciare indietro nessuno”. È quanto dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia. L’associazione, in questi primi sette mesi del 2022 ha incontrato, tramite i propri servizi, progetti e sportelli di Caf e Patronato, circa 200mila persone, raccogliendone istanze, necessità e problematiche. Proprio da questo ascolto arrivano le proposte per il futuro della Capitale.
“Si tratta – aggiunge Borzì – di imboccare e percorrere la via di un autentico umanesimo urbano che come una linfa vitale può rianimare luoghi e palazzi, quartieri e strade, persone e comunità”. “Questa – prosegue – è la traiettoria da seguire, ma sempre a partire dall’ascolto dei bisogni e delle attese dei cittadini e delle cittadine, delle famiglie e delle imprese, dei giovani e delle donne senza fermarci solo all’emergenza quotidiana, che rischia di impedire la visione e la prospettiva di futuro che è nascosta, come un tesoro, nelle pieghe e nelle ferite della complessa e multiforme realtà del nostro territorio”. Per questo “è necessaria l’unità a cui ci ha richiamato più volte il sindaco Gualtieri, da portare avanti rinnovando il patto di cittadinanza tra istituzioni e cittadini, tra amministrazione e corpi intermedi, mondo produttivo e tessuto sociale”. “Siamo animati – conclude Borzì – dalla speranza che Roma si faccia trovare pronta ai prossimi appuntamenti del Giubileo 2025 e dell’Expo 2030 per il quale è stata avanzata la candidatura”. “Con l’Europa – conclude – e con tutti gli uomini e le donne che ovunque lavorano e credono nel bene comune, per sconfiggere il virus dell’indifferenza e della rassegnazione, della solitudine e della sfiducia”.

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