Papa Francesco: all’Angelus, “no a una vita addormentata, essere attenti all’altro”

(Foto Vatican Media/SIR)

“’Non temere’ e ‘siate pronti’. Si tratta di due parole-chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata”. Lo ha detto Papa Francesco, ieri, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus con i pellegrini e i fedeli, in Piazza San Pietro.
Il Pontefice ha commentato il brano del Vangelo domenicale, soffermandosi sul primo invito. “Non bisogna affannarsi e agitarsi: la nostra storia è saldamente nelle mani di Dio. Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? Finiamo per vivere nell’ansia e nella preoccupazione costante”. E, ancora, il Papa osserva: “Amare significa essere attenti all’altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti”. Quindi, l’attenzione si sposta sull’altro invito: “Siate pronti”. “Bisogna restare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti, non cedere alla pigrizia interiore, perché, anche nelle situazioni in cui non ce l’aspettiamo, il Signore viene”.

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