Terra Santa: Patton (Custodia), “pregare per la pace. Umanità non ha accolto il dono dello Spirito di Dio”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Un forte appello a “pregare per la pace” è stato lanciato dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, durante le celebrazioni svoltesi lo scorso fine settimana a Gerusalemme per la solennità della Pentecoste. Pace, ha rimarcato il francescano, della quale si ha bisogno “qui, nella Città Santa e nella Terra Santa, dove vari soggetti stanno seminando una cultura dell’odio che produrrà altro odio, altre barriere, altra violenza, altri morti. Ne abbiamo bisogno in tutto il Medio Oriente, flagellato da guerre che sembrano non avere mai fine. Ne hanno bisogno tanti paesi dell’Africa, delle Americhe e dell’Asia dove da decenni continuano imperterrite guerre, guerriglie e tensioni sociali. Ne ha bisogno l’Europa diventata nuovamente e quasi improvvisamente teatro di una guerra combattuta senza alcun rispetto per le popolazioni civili, per il diritto internazionale e per la dignità della persona umana”. Nella Veglia di Pentecoste, sabato 4 giugno, padre Patton ha parlato di “una umanità in cui lo Spirito del Signore non è accolto” richiamando il mito della torre di Babele che, ha affermato, “ci rivela che l’umanità presa dal delirio di onnipotenza tecnologica, l’umanità che vuol sostituirsi a Dio, diventa un’umanità dispersa e divisa, dove il linguaggio non è più capace di comunicare e di creare comunione tra le persone e dove i popoli non sono più capaci di stare assieme in pace ed armonia. Questa non è l’umanità di chissà quale periodo storico passato. Questa è l’umanità di sempre, anche quella di oggi: ipertecnologica e iperconnessa, ma al tempo stesso incapace di comunicazione vera e di comunione, divisa e ostile, capace di inventare sempre nuovi strumenti di oppressione, di sfruttamento e di morte; capace di inventare nuove barriere, di trasformare la comunicazione in manipolazione e di realizzare nuove forme di colonizzazione politica, economica e culturale, anziché attuare sforzi di comunione. Questa è l’umanità senza Dio, questa è l’umanità che non accoglie l’azione dello Spirito del Signore”. Per Patton “la via d’uscita da questa situazione disastrosa” è “nella docilità allo Spirito. Se vogliamo diventare capaci di vivere realmente le esigenze profonde della Parola di Dio e dei suoi comandamenti, allora bisogna che lo Spirito del Signore ci apra il cuore e la mente, prima ancora che le orecchie e la bocca, e scriva a caratteri di fuoco la legge di Dio nei nostri cuori come legge di amore, di incontro fraterno e di comunione, di riconciliazione. Solo allora torneremo ad essere persone umane, capaci di relazioni autentiche; saremo realmente vivi perché capaci di amare”. Temi e concetti ripresi dal Custode anche nella messa di ieri, sempre a Gerusalemme, nella quale, ha chiesto ancora una volta di pregare “perché lo Spirito Santo discenda ancora con potenza su di noi, su chi vive in questa città e in questa terra, su chi vive nel mondo intero. Chiediamo che il fuoco dello Spirito Santo ancora bruci tutti i focolai di violenza e di guerra, vicini e lontani, noti o ormai dimenticati. Non siamo ingenui e nemmeno illusi, ma possiamo e dobbiamo credere realmente nella potenza riconciliatrice, sanante e pacificante dello Spirito. Per questo dobbiamo invocarlo senza sosta”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia