“Questa è la vostra missione: promuovere con altri credenti, in modo fraterno e conviviale, il cammino della ricerca di Dio; considerando le persone di altre religioni non in modo astratto, ma concreto, con una storia, dei desideri, delle ferite, dei sogni. Solo così potremo costruire insieme un mondo abitabile per tutti, in pace”. Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti alla sessione plenaria del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, ricevuti in udienza questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano. “È appena entrata in vigore la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium sulla Curia Romana, e questo settore del suo servizio alla Chiesa e al mondo non ha perso nulla della propria rilevanza. Al contrario, la globalizzazione e l’accelerazione delle comunicazioni internazionali rendono il dialogo in generale, e il dialogo interreligioso in particolare, una questione cruciale”.
Riconoscendo che “il nostro mondo, sempre più interconnesso, non è altrettanto fraterno e conviviale”, il Pontefice ha sottolineato che “ogni uomo e ogni donna è come una tessera di un immenso mosaico, che è già bella di per sé, ma solo insieme alle altre tessere compone un’immagine, nella convivialità delle differenze”. “Essere conviviali con qualcuno significa anche immaginare e costruire un futuro felice con l’altro – ha aggiunto -. La convivialità, infatti, riecheggia il desiderio di comunione che alberga nel cuore di ogni essere umano, grazie al quale tutti possono parlare tra loro, si possono scambiare progetti e si può delineare un futuro insieme. La convivialità unisce socialmente, ma senza colonizzare l’altro e preservandone l’identità”. Un fatto che, a suo avviso, “ha una rilevanza politica come alternativa alla frammentazione sociale e al conflitto”. Infine, l’incoraggiamento del Papa a “”coltivare lo spirito e lo stile di convivialità nei vostri rapporti con le persone di altre tradizioni religiose: ne abbiamo tanto bisogno oggi nella Chiesa e nel mondo!”.