(DIRE – SIR) – Politici di primo piano cercano di sfruttare “divisioni” tra cristiani e musulmani in un periodo pre-elettorale ad alto rischio per la Nigeria, mentre si definiscono candidature chiave per presidenziali e legislative: a denunciarlo è monsignor Emmanuel Badejo, vescovo di Oyo, a capo delle comunicazioni sociali del Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar (Secam).
Un’analisi, la sua, affidata all’agenzia Dire dopo l’attentato nella chiesa di Saint Francis.
Oyo si trova nel sud-ovest della Nigeria, nello stesso quadrante geografico della federazione dello Stato di Ondo e della cittadina di Owo, dove un commando di uomini armati ha provocato morti e feriti tra i fedeli.
“Il contesto è molto complicato, segnato da una serie di episodi che negli ultimi due mesi hanno confermato la crescita della violenza di gruppi legati a comunità fulani e musulmane che si richiamano a un’ideologia religiosa, ma anche da molti altri fattori di tensione” la premessa del vescovo. Secondo monsignor Badejo, alla “dimensione islamica” ne va aggiunta un’altra che con la fede non ha nulla a che fare. “Esponenti politici sono tentati dal ricorrere all’uso della violenza per perseguire i propri interessi”, denuncia il vescovo. “Il contesto è quello di una povertà e una disoccupazione diffuse, aggravate dalle negligenze del governo nel contrastare banditismo, criminalità organizzata e delinquenza in generale”.
Monsignor Badejo continua: “Alcune persone arrestate perché coinvolte in delitti hanno riferito che non avevano lavoro e che erano state contattate da gang del posto con la promessa di retribuzioni e guadagni purché effettuassero rapimenti”.
A essere chiamata in causa è però la politica nel suo complesso, a livello locale, statale e federale, fino al presidente Muhammadu Buhari, l’ex generale al potere dal 2015, che il prossimo anno dovrebbe lasciare dopo due mandati. “In Nigeria siamo di fronte a un tragico collasso di leadership e di governance” dice monsignor Badejo: “Garantire la sicurezza delle vite e delle proprietà è il primo compito di ogni governo, indipendentemente dai problemi sociali; vediamo invece un’impunità diffusa per chi commette crimini piccoli o grandi, mentre in strada in tanti circolano liberamente con armi da fuoco, ormai dappertutto a causa di una proliferazione che è allo stesso spaventosa e pericolosa”.
La tensione sarebbe aggravata dall’avvicinarsi delle scadenze elettorali. Negli Stati della Nigeria, anche in quello di Ondo e nella cittadina di Owo dove si è verificato l’attentato alla chiesa di Saint Francis, sono in corso campagne per definire le candidature per il voto legislativo previsto nella prima parte del 2023. Denuncia monsignor Badejo: “Politici di spicco sfruttano al massimo le divisioni confessionali, appellandosi al sentimento di appartenenza religiosa per assicurarsi il maggior numero di delegati e conquistarsi le candidature”.
Stando a informazioni rilanciate dai quotidiani nigeriani, nella chiesa di Saint Francis e nelle sue adiacenze sono state uccise più di 20 persone, tra le quali almeno due bambini. Il portavoce della polizia di Ondo, Ibukun Odunlami, non ha però fornito o confermato alcun bilancio. Di crimine “odioso” ha detto invece Buhari, il presidente, promettendo di perseguire e arrestare i responsabili. L’attentato non è stato rivendicato e finora non è stata confermata neanche la matrice islamista, sebbene in altre parti del Paese violenze del genere siano state commesse in piu’ occasioni dal gruppo jihadista Boko Haram.
Proprio domani cominceranno invece le primarie dell’All People’s Congress (Apc), il partito di Buhari, per definire il prossimo candidato alla presidenza federale. Secondo monsignor Badejo, “è evidente che il capo di Stato uscente non ha mantenuto le sue promesse”, neanche nelle regioni del nord dove avrebbe dovuto sconfiggere Boko Haram e riportare l’ordine. “Per questo”, riferisce il vescovo, “oggi la Chiesa vuole convincere il popolo a votare con saggezza alle prossime elezioni, negando la propria preferenza a gruppi che perseguono solo interessi egoistici”.
Monsignor Badejo si dice preoccupato anche rispetto alle primarie: “Uno dei problemi di questo Paese è la mancanza di trasparenza da parte dei partiti”.
(www.dire.it)