Colombia: padre De Roux (Commissione della Verità) al Sir su ballottaggio presidenziali: “Andare contro paura e stigmatizzazione, pace e diritti umani siano priorità”

“Dio ci invita ad avere fiducia e ad accettarci nelle differenze, nelle diverse etnie, nelle diverse culture politiche che rappresentano i 4 candidati alla presidenza e vicepresidenza, con alcune proposte stravaganti e altre cose buone”. Lo afferma al Sir il presidente della Commissione della Verità della Colombia, padre Francisco De Roux, in vista del ballottaggio per le presidenziali che verrà contrapporsi Gustavo Petro e Rodolfo Hernández, insieme alle rispettive candidate alla vicepresidenza, la leader sociale afro Francia Márquez e Marelen Castillo. Prosegue il gesuita, che afferma di avere come bussola le storie concrete delle tante vittime del conflitto: “Dobbiamo costruire una nazione, riconquistare la fiducia come popolo, contro la paura e la stigmatizzazione. La pace e il rispetto dei diritti umani dovrebbero essere le priorità di questa campagna presidenziale, per il secondo turno. Cerchiamo con giustizia e verità le trasformazioni che le vittime chiedono e il vangelo dell’amore ci chiede”.
Aggiunge Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina: “È preoccupante e inquietante, anche in vista della presentazione del rapporto finale, il prossimo 28 giugno, della Commissione della Verità, che si porta nel mondo politico il rigetto dell’analisi del gesuita De Roux, che chiede di mettere al centro del dibattito politico il tema della pace e difesa dei diritti umani, mentre addirittura il presidente uscente Duque ha negato l’ingresso nel Paese, in occasione delle elezioni, di tre osservatori internazionali, difensori dei diritti umani, come per esempio il giurista Paul Emile Dupret, referente del gruppo del Parlamento europeo Left. Faccio presente, in particolare, che Hernández, populista di destra, ha rivelato che nel 2016 votò contro l’accordo di pace con le Farc”. Secondo Morsolin, esiste il rischio che “vengano perpetuate le cause della continuazione del conflitto armato e sociale interno, per esempio negano la necessaria riforma agraria, come ha appena denunciato l’istituto gesuita Cinep, che compie proprio 50 anni di lotta per la pace”.

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