Aree interne: mons. Accrocca (Benevento), “nell’assegnazione delle risorse tener conto anche dell’estensione e della morfologia del territorio”

“La giornata odierna è – nell’ambito dei nostri lavori – indubbiamente centrale, non solo in ordine cronologico. La presenza di Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, e di Mara Carfagna, ministro per il Sud e la coesione territoriale, sta a testimoniare l’importanza assunta da questo nostro Forum e il ruolo che esso è chiamato a svolgere in un prossimo futuro”. Lo ha sottolineato, stamattina, mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, nella seconda giornata del III Forum delle aree interne, promosso da Unipace e dai “vescovi per le aree interne”, nel capoluogo sannita.
“La stessa presenza di tutti voi, nutrita e variegata per esperienze e provenienze geografiche, conferma quanto emerso già nel convegno dei vescovi tenutosi in questo stesso luogo nell’agosto 2021, e cioè che la questione delle cosiddette aree interne non è circoscrivibile al Mezzogiorno d’Italia, ma è trasversale a tutto il Paese. A tale proposito, proprio la partecipazione di due ministri c’invita a sperare con fiducia che essa non resterà marginalizzata nell’agenda del Governo”, ha aggiunto il presule.
Mons. Accrocca ha aggiunto: “Mi permetto, anzi, a nome dei ‘vescovi per le aree interne’, che rappresentano realtà emblematiche di numerose regioni italiane, di rilanciare una proposta avanzata già in altre occasioni, che potrà essere valutata e discussa – qualora se ne riconosca la fondatezza – da chi ha la competenza e l’autorità per farlo: dal momento che l’assegnazione delle risorse ha come suo criterio guida il numero della popolazione, inevitabilmente le aree interne finiscono per essere penalizzate in misura doppia, poiché, con le minori risorse loro assegnate in virtù del crescente spopolamento da cui sono afflitte, debbono molte volte provvedere a territori vasti, spesso collinari o montani, motivo per cui le comunicazioni sono assai più difficili e quindi maggiormente dispendiose. Ebbene, perché non tener conto, nell’assegnazione delle risorse, anche dell’estensione e della morfologia del territorio a cui quella determinata popolazione deve provvedere?”.

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