Diocesi: mons. Spinillo (Aversa), “vivere nella fede significa vivere con libertà e gioia il bene e la speranza di carità”

(Foto: diocesi di Aversa)

Con ancora davanti ai nostri occhi l’immagine del Cristo Risorto, in questa quinta domenica di Pasqua assistiamo allo sviluppo del cammino della chiesa, al formarsi del popolo dei discepoli del Signore che, osserva in un video messaggio mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, “hanno accolto il Vangelo e vivono come seguendo l’agnello dovunque egli voglia condurli nelle situazioni della storia del mondo”.
Il libro degli Atti degli Apostoli ci racconta dei primi viaggi missionari di Paolo e Barnaba in visita presso le tante comunità cristiane che cominciano a formarsi. “Chi vive la fede – ovvero la carità del Signore, la fraternità universale rivolta a tutta l’umanità, la fedeltà alla verità e alla giustizia – rischia persecuzioni e tribolazioni: ecco perché Paolo e Barnaba vanno in queste comunità per confermarle nella fede, incoraggiando i fratelli a rimanere fedeli”, ricorda il presule.
Nel Vangelo di Giovanni questa umanità, che da tante parti del mondo vive con libertà il bene e con gioia tutto ciò che è speranza di carità, sembra ritornare al momento dell’ultima cena: un momento nel quale, aggiunge il vescovo di Aversa, “la comunità cristiana rilegge, riascolta e rimedita tutto ciò che ha vissuto con il suo maestro, prendendo coscienza dei suoi insegnamenti. E si rende conto dunque, che in quella cena della Pasqua, il Signore ha chiamato tutti i suoi apostoli – e tutti coloro che crederanno in lui – a vivere il grande passaggio: diventare umanità nuova. Quella umanità che, come dice Gesù, si riconosce da come si amano tra di loro, spezzano e condividono il pane. Qui l’umanità, la Chiesa diventa il popolo nuovo, chiamato a dare vita al mondo intero e ad illuminare la storia di bontà e di carità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori