Ufficio europeo antifrode: irregolarità nei progetti finanziati dall’Ue per la gestione dei rifiuti in Ungheria. Restituire 11 milioni

L’Ufficio europeo per l’antifrode (Olaf) chiede alla Commissione Ue di recuperare 11 milioni di euro per irregolarità nei progetti finanziati dall’Ue per la gestione dei rifiuti in Ungheria. Lo comunica in una nota l’Ufficio Ue per l’antifrode a conclusione di un’indagine su quattro progetti nel Paese. Le iniziative prevedevano la realizzazione di “una tecnologia per trattare i rifiuti per renderli combustibili per essere poi venduti per la produzione di energia”. Tuttavia, gran parte dei rifiuti, a causa della bassa qualità, è rimasta nel deposito provocando due gravi incendi. Anche la tecnologia finanziata dall’Ue è andata distrutta e poi ricostruita dal beneficiario del progetto. Dopo questi incidenti, nel deposito principale sono state smaltite anche “grandi quantità di rifiuti biologici non trattati”. A causa dei conseguenti cattivi odori nella zona, ci sono state diverse manifestazioni e il beneficiario dei fondi Ue ha deciso di non utilizzare più la tecnologia e di trasportare i rifiuti (circa il 60% di quelli comunali) in un altro deposito di smaltimento, in violazione degli obiettivi del progetto. “Gli investigatori dell’Olaf hanno rilevato errori di pianificazione e progettazione, nonché una violazione degli obiettivi del progetto. I problemi legati ai progetti hanno portato a diversi incendi, con emissioni pericolose e un impatto molto negativo sulla qualità dell’aria, e a un terribile odore che per anni ha infastidito gli abitanti dei comuni circostanti”, ha dichiarato il direttore generale dell’Olaf, Ville Itälä.

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